The Sheep Race: Scommettiamo che la mia pecora…?

di Marco “alkyla” Oliva

Certo che in questi giochi da tavolo di persorso hanno fatto correre qualsiasi cosa. Dalle auto alle moto, dai cavalli, agli husky, alle pecore…le PECORE?!? Certo! E’ proprio il caso di dire: “Ci puoi scommettere!”
Questa è storia, signori. Un giorno gli allevatori di pecore di sua Maestà, la Regina d’Inghilterra, vennero sfidati da quelli delle ex-colonie per decidere quali tra loro fossero i migliori al mondo. Nuova Zelanda ed Australia furono le prime nazioni a lanciare la sfida, ma ben presto si unirono anche Scozia, Sud Africa e Stati Uniti. Intervennero poi anche altre come Spagna, Francia, Germania, Italia, Grecia e persino il Brasile. L’Inghilterra orgogliosamente rifiutò di essere trascinata in questa disputa e, con humor tipicamente britannico, propose un campionato mondiale di corsa di pecore organizzato sui prati inglesi del Suffolk per stabilire il primato mondiale tra gli allevamenti ovini.

The Sheep Race divenne così un’ incredibile ed appassionante realtà e fu accompagnata da un giro di scommesse sorprendente…

Nel gioco pubblicato da Ghenos Games 12 pecore si sfideranno 6 alla volta in 2 semifinali e le prime 3 di ogni corsa accederanno alla finalissima. Ma ad incitarle ci saremo noi scommettitori (da 2 a 6) che accumuleremo punti solo scommettendo sul cavall…ehm…sulla pecora vincente.

Il campo di gara quindi è costituito da 6 corsie lungo le quali avanzano le miniature pecora, ciascuna con la propria carta, a sua volta abbinata in ogni gara ad una tessera corsia. All’inizio ognuno scommette pubblicamente su una pecora e segretamente su altre 2. Dopo di che, pronti via!

Nel suo turno ogni giocatore seleziona la pecora da muovere tramite i lancio di dadi e già qui, attenzione! I dadi potranno sfavorire le pecore sulle corsie che versano nelle condizioni peggiori o favorire la pecora pigra, quella in ultima posizione. E lo stato delle corsie influenza anche le quote vincenti delle scommesse. Poi il giocatore decide con quale andatura si muove la pecora. La carta pecora indica le sue caratteristiche di fiato (rappresentati dai cubetti sulla carta) e la velocità ovvero i passi che compie in andatura veloce, normale o lenta. E allora perché non lanciare al galoppo la pecora su cui probabilmente ha puntato l’avversario? Così le si sotrarranno cubetti dalla carta e la si porterà allo stremo! Già, perché le pecore che giungono nelle ultime 5 caselle di ogni corsia (la cosiddetta “End Zone”) senza cubetti fiato, terminano la gara letteralmente gambe all’aria, senza poter raggiungere la linea del traguardo. O magari dopo una corsa forsennata, potremmo far riposare il nostro cavall….ancora!…la nostra pecora di punta, perchè possa recuperare cubetti, pronta al trotto finale.

I punti vengono assegnati solo a chi ha puntato sulle prime arrivate, con bonus agli scommettitori che hanno azzeccato il bis o addirittura la tris vincente.

E poi le immagini delle nostre ovine protagoniste, provenienti da ogni nazione, sono davvero irresistibili. Insomma da Essen prima e Lucca poi, ci sarà da belare a perdifiato con The Sheep Race!

4 pensieri riguardo “The Sheep Race: Scommettiamo che la mia pecora…?

  • 29 Luglio 2013 in 12:04
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    L’autore di questo gioco è Roberto Mancino alla sua opera prima… Ho playtestato questo giocvo un sacco di volte e devo dire che se vi piacciono i giochi di scommesse e di corse di cav… ehm ehm pecore (come dive il buon Alkyla)allora non ve lo dovete far sfuggire… e poi la grafica è veramente bellissima!!! :-)

  • 5 Ottobre 2014 in 01:44
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    Questo gioco è la copia spiccicata di una mia versione beta per un contest a Ludica 2013. Sara’ sicuramente una coincidenza ma è incredibile! Stessa meccanica di gioco… Io avevo pensato alle zanzare che dovevano attraversare un giardino e i giocatori scommettevano su chi arrivava prima, e avevano i cubetti sangue per farle andare avanti… Questo è piu’ complicato certo ma io ci ho pensato un pomeriggio per il contest e con materiali obbligatori forniti dalla Red Glove che era la casa editrice promotrice… Mah.. peccato che non furono interessati.. a quanto pare l’idea non era male..

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