Promised Land: ripercorrendo la storia ebraica
di Alberto “Doc”
Molti sono i giochi che pescano dalla storia per sviluppare ambientazioni e meccaniche che ripercorrono fatti e cronache del tempo, basti pensare ai diversi wargame sulle guerre puniche, sulla seconda guerra mondiale, sul medioevo, etc. Promised Land della Ragnar Brothers rientra in questo filone proponendo un’ambientazione molto particolare e per quanto ne so, mai esplorata finora: la storia degli ebrei dal 1250 al 587 avanti cristo, ovvero dal periodo in cui Giosuè guida il suo popolo nella terra promessa fino al periodo della “cattività babilonese” dove il re Nabucodonosor distrugge Gerusalemme ed esilia li ebrei. Vediamo quindi come tutto ciò è stato reso dagli autori di questo titolo, Gary Dicken, Steve Kendall, Phil Kendall.
In Promised Land i giocatori si dividono in due fazioni, quella ebrea e quella nominata “dei pagani” dalle quali però uscira un solo vincitore.
una partita è suddivisa in 3 periodi chiamati libri. All’inizio di ogni libro viene assegnata una carta pagani ad ogni giocatore di tale fazione e una carta ebrei ad ognuno di quest’altra.
Il turno di gioco si sviluppa secondo questa sequenza:
- Dichiarazione delle carte e reclutamento unità: ogni giocatore svela la carta della propria fazione e recluta le truppe relative al regno indicato sulla carta.
- Costruzione del regno: in questa fase è possibile effettuare conquiste, costruire città, raggruppare unità, convertire unità inutilizzate in moneta e muovere l’arca.
- Azioni: in questa fase è possibile posizionare il patriarca, avanzare nel percorso Regno, avanzare nel percorso Regio e raccogliere moneta.
- Raccolta delle entrate: vengono raccolte monete da braccianti, mercanti e preti.
- Acquistare artefatti: l’acquisto può essere doppio se si è raggiunto il livello Regio adeguato.
La partita ha termine quando le ultime carte sono state giocate.
Il conteggio dei punti si basa principalmente sulle terre occupate dalle due fazioni, sui segnalini regno acquisiti, su quelli regi e sugli artefatti collezionati oltre che sulle monete rimanenti e sulle carte che conferiscono punti vittoria.
Ambientazione davvero caratteristica che spero possa emergere e farsi sentire durante le partite data la sua particolarità per un gioco di controllo del territorio e combattimento . La meccanica a fazioni ma dove solo un giocatore ha comunque la meglio ricorda Wars of the Roses, titolo che io amo e che per questo stimola la mia curiosità verso questo nuovo progetto. Il regolamento ancora in bozza da un’idea generale di come funziona una partita anche se alcune cose rimangono ancora poco chiare come ad esempio l’uso e il gioco delle carte a inizio turno. La durata intorno ai 150 minuti ci fa capire che non abbiamo certo a che fare con un filler, è da vedere se la soddisfazione di gioco varrà il tempo speso, auguriamoci di si.