PLAY 2013 – la mia 3 giorni modenese: tra Roma antica e l’affascinante Cina
di Alberto “Doc”
Eccoci al mio personale resoconto delle 3 giornate della fiera Modenese, con quello che ho provato, con le sensazioni che ne ho avuto e con quello che mi è rimasto di questo weekend che posso già dirvi, davvero molto intenso. :)
Ma partiamo con la giornata di venerdì: E’ la giornata EXTRA LARGE alla fiera, solo per i possessori di Biglietto XL, biglietto che io e Canopus abbiamo acquistato sull’onda di un crescente entusiasmo per la manifestazione. Non tutto però è andato come speravamo visto il freddo patito e la scarsa organizzazione trovata. Ma non vi voglio certo tediare con questi “disguidi”. Passiamo dunque alla cronaca ludica del primo giorno.
Arrivati al primo piano ci guardiamo attorno un po’ disorientati: ci sono tavoli sparsi qua e la in alcune stanze e persone che stanno approntando una ludoteca. Perplessi ci infiliamo dentro una stanza e dopo 10 minuti a girarci i pollici fa il suo ingresso niente popo di meno che Mac Gerdts ,padre della meccanica della rondella (vedi Antike, Imperial, Navegador, etc…), e il suo editore PD-Verlag tenendo sotto braccio il prototipo della sua ultima fatica: Concordia. Non ci pensiamo due volte e ci sediamo subito al suo tavolo mostrando tutto il nostro interesse e i due intavolano subito una partita a cinque. Stiamo attenti alla spiegazione del regolamento in lingua anglosassone e siamo pronti per partire.
Siamo nella classica plancia che rappresenta il mediterraneo (Antike style) e da Roma Capitale partiamo lungo vie commerciali per espandere i nostri commerci, attivare nuovi siti di produzione di risorse e materie prime in varie capitali dell’area mediterranea. Abbiamo a disposizione un massimo di 6 segnalini per muoverci, tre via mare e tre via terra (segnalini che già ben conosciamo da Antike e Navegador). La rondella cara all’autore però questa volta non c’è. La sostituisce invece un mazzo di carte in partenza uguale per ogni giocatore che rappresenta il motore del gioco. Il proprio mazzo infatti non solo determina quali tipi di azione possiamo fare ma delinea anche la propria strategia durante la partita. Le carte infatti indicano nella parte centrale l’azione disponibile e nella parte inferiore quale bonus di punti si otterranno alla fine della partita su una delle 5 possibili vie per ottenere PV. Per chi conosce Navegador, la parte inferiore replica esattamente la stessa funzione dei privilegi. Il tempo di gioco è scandito dal mazzo delle nuove carte che entrano in gioco con un meccaniso simile a TTA: ce ne sono 6 disponibili sulla plancia e a mano a mano che queste vengono acquistate le altre slittano da destra verso sinistra introducendone di nuove dal mazzo. Con questo sistema, il gioco parte abbastanza lentamente ma esplode verso la fine del gioco quando si apre la vera e propria “corsa all’acquisto” per cercare di massimizzare i punti della propria strategia e sottrarli agli avversari.
La nostra partita termina dopo circa 2 ore e mezza lasciandomi una bella sensazione e la voglia di rigiocarlo nella sua versione finale che PD-Verlag mi conferma troveremo a Essen 2013.
Lasciati i simpatici tedeschi dopo la foto di rito, ci sgranchiamo le gambe per un giretto fra i tavoli della zona. Notiamo l’arrivo degli autori di Galaxy Defenders che hanno già intavolato una partita e l’arrivo di Asterion che si è organizzata in una stanzina con 4-5 tavoli. Ma ancora pervasi dal fascino dell’antica roma incontrato con Concordia, veniamo attirati da Augustus di Paolo Mori che è li vicino e pronto per essere giocato… vogliamo non provarlo?
Ci sediamo al tavolo, Paolo ci spiega le regole in pochi minuti e iniziamo una partita a 3. Il gioco è governato dalla meccanica della tombola ma organizzato in una maniera in cui la fortuna può essere almeno in parte controllata. Il gioco consiste nel fare punti completando tessere obiettivo, tessere che possono essere rappresentate da province o senatori. Queste tessere hanno a lato dei simboli e per essere completate ogni simbolo deve essere coperto da un legionario (ogni giocatore ne ha sette a disposizione a inizio partita). I simboli sulle tessere sono stampati su dei gettoni in quantità note e posti in un sacchetto (come i numeri della tombola). Il primo giocatore estrae dal sacchetto un segnalino per volta. Quando viene estratto uno dei simboli che corrisponde ad uno o più di quelli presenti sulle nostre tessere il giocatore piazza uno dei suoi legionari su uno di questi. Quando un obiettivo è completato viene messo nella propria riserva, vengono presi eventuali bonus che la carta conferisce e si sceglie una nuova carta obiettivo fra 5 disponibili. Il gioco prosegue fino a quando uno dei giocatori ha completato 7 carte obiettivo. Segue il conteggio dei punti e dei bonus e la proclamazione del vincitore.
Il gioco è semplice e veloce ed il fatto di sapere il tipo e il numero di gettoni presenti nel sacchetto di estrazione permette di fare ipotesi per puntare su quello che potrebbe uscire con più probabilità o su quello che non può più essere estratto fino al prossimo rimescolamento dei gettoni (che avviene quando si etrae il gettone jolly).
La partita è risultata scorrevole e mi alzo dal tavolo con un’opinione migliore rispetto alle aspettative che mi ero fatto, condizionate dal fatto che venisse usato il sistema di estrazione della tombola che mi lasciava piuttosto perplesso. Devo dire che mi sono ricreduto :)
Lasciamo la Roma antica alle nostre spalle e visto il freddo che comincia ad infastidire ci infiliamo nella stanza Asterion riscaldata dai sifoni e dalle persone stesse :) Troviamo giusto due posti per una partita a 6 a River Dragons così ci catapultiamo nell’affascinante mondo della tradizione cinese. Componentistica e grafica mi colpiscono subito favorevolmente: bei personaggi in legno, colori e disegni vivaci. Ci spiegano le regole e quando siamo pronti per iniziare capisco che il gioco ci regalerà 45 minuti di alta interazione e colpi bassi a non finire. Lo scopo del gioco è molto semplice: ogni giocatore è posto su uno dei sei isolotti (posti a formare idealmente i sei punti di un esagono) e dobbiamo raggiungere quello direttamente opposto al nostro attraversando il fiume (che occupa tutta la plancia di gioco) con l’uso di assi e pietre con cui creare ponti verso la sponda opposta. Le azioni con cui muoversi, piazzare e rimuovere gli elementi di gioco e bloccare gli avversari sono determinate da un mazzetto di 13 carte delle quali ne verranno giocate 5 a nostra scelta ogni turno. Il piazzamento delle carte avviene contemporaneamente e poi in sequenza tutti i giocatori scopriranno la loro carta numero uno risolvendone gli effetti, la due facendo lo stesso e così via fino alla quinta.
La partita risulta divertente nonostante qualche nervosismo quando mi bloccano proprio alcune azioni che speravo di fare.
In conclusione, la sensazione è quella di un bel filler ad informazione nascosta forse un po’ fortunoso ma che tutto sommato si lascia giocare con piacevole cattiveria.
Finiamo la partita che è ormai ora di cenare. L'”antipasto” della prima giornata ce lo aspettavamo più succulento ma alla fine torniamo a casa contenti e già proiettati alla giornata del sabato… di cui vi parlerò nella prossima puntata.
…ah si dimenticavo, ecco la foto con Mac Gerdts, che chiaramente ho già stampato e tengo sul comodino come un santino! :D