Vecchie e nuove piattaforme di crowdfunding: Robothlon
di Flora | Robothlon
Titolo | Robothlon |
Titolo inglese |
Robothlon |
Autore | Gianluigi Pucciarelli |
Lingua versione provata | Italiano |
Editore versione provata | |
Altri editori | / |
Numero giocatori | 2 – 5 |
Durata partita | 25-35 minuti |
Anno pubblicazione | 2021 |
Altri titoli | – |
Meccaniche |
Drafting, Tiro di dadi, Tabellone Modulare
|
Dipendenza dalla lingua | nulla, tranne il regolamento e il player aid |
Prezzo indicativo (in data recensione) |
30€ |
Il finanziamento dei giochi da tavolo tramite le piattaforme di crowdfunding è un fenomeno sempre più diffuso: le opinioni dei giocatori son polarizzate in merito, ma probabilmente il mondo del gioco da tavolo difficilmente potrà prescinderne nei prossimi anni.
Robothlon, il gioco di cui ho scelto di parlarvi oggi, è nato proprio tramite una piattaforma di crowdfunding, riuscendo a dare visibilità ad un gruppo di sviluppo emergente, Abracadula. Prima di entrare nel vivo della recensione, quindi, vorrei parlarvi dell’universo delle piattaforme di finanziamento e di come stanno cambiando l’approccio alla produzione dei giochi da tavolo.
Per chi non lo sapesse, una piattaforma di crowdfunding è una modalità, tramite sito web normalmente, atta a permettere un’interazione tra i creatori di un progetto ed un ampio numero di potenziali clienti (“crowd“, folla).
Normalmente questo contatto avviene in una fase embrionale dello sviluppo dell’idea e può essere mirato a raccogliere, oltre agli impegni finanziari necessari, anche dei feedback in merito alla sua realizzazione, prima della produzione. In questo modo, si sfrutta la possibilità di creare una connessione emotiva col progetto che viene letteralmente “adottato” dal pubblico di riferimento.
Nonostante tali piattaforme nascano per sponsorizzare i più vari ambiti, negli ultimi anni si sono moltiplicate le esperienze di questo tipo che coinvolgono i giochi da tavolo. Il nostro settore può contare su vendite relativamente più contenute rispetto ad altri e quindi avere cognizione di aver venduto – prima dell’effettiva realizzazione – un certo numero di copie di un prodotto è naturalmente fonte di sollievo per qualunque editore, attenuando un po’ il “rischio di impresa”.
| Pledge, pledge, pledge
In principio, c’era principalmente Kickstarter a fare da catalizzatore in tal senso.
Finché Awaken Realms – casa editrice, tra gli altri, di Nemesis e Tainted Grail – ha fondato la propria piattaforma, Gamefound, forte della possibilità di produrvi direttamente i propri giochi.
Nel contempo, Kickstarter, pur mantenendo ampio rilievo nel settore, è finito nell’occhio del ciclone per aver annunciato di voler passare al sistema blockchain. Le perplessità dell’utenza riguardano in primo luogo il rispetto delle tematiche “green” (nonostante KS abbia scelto una società che si professa “zero emissioni”, o meglio con misure compensatorie delle eventuali emissioni) ed in secondo luogo l’utilizzo eventuale delle crypto valute e degli NFTs. In merito, è veramente interessante l’intervista rilasciata dalla Dott.ssa Bernyk, Direttore della comunicazione di KS a dicebreaker.com: potete leggerla qui.
In parallelo, anche il dibattito sui contenuti da proporre tramite le piattaforme di crowdfunding si è infiammato.
Jamey Stegmaier, papà di Scythe e proprietario della Stonemaier games, sul suo blog si è espresso nettamente in merito alla necessità di fare spazio, nel settore del crowdfunding, ai giovani autori, che altrimenti potrebbero non trovare il modo di emergere nella realtà editoriale odierna.
| Produzioni dal basso
In questa magmatica situazione, ad aumentare la concorrenza delle piattaforme di finanziamento, si è affacciata anche l’italiana “Produzioni dal basso” che sta cercando di conquistarsi uno spazio anche nel settore dei giochi da tavolo.
Tra gli altri progetti finanziati, spicca una campagna gestita da LaFeltrinelli: sia per la rilevanza dell’editore, sia per la volontà di produrre un autore al suo primo gioco tramite una call for ideas. Vi lascio i riferimenti al bando 2021, che ha portato a selezionare Robothlon per la produzione, il gioco di cui vi parleremo oggi.
Unica pecca (in realtà, immagino sia una precisa scelta strategica distributiva-logistica): i giochi prodotti da LaFeltrinelli si trovano distribuiti esclusivamente nei loro canali diretti e non nei negozi/siti di GDT specializzati. Se quindi, dopo la lettura della recensione, sarete interessati a comprare il gioco lo troverete esclusivamente qui.
Senza ulteriori indugi, passiamo a parlare del gioco Robothlon!
|Ambientazione
Anno 2500. Ormai i robot hanno sostituito gli esseri umani nella quasi totalità delle attività da svolgersi.
Nessun essere umano lavora più, è costretto alle noiose faccende domestiche o … partecipa ad alcuna attività sportiva! I programmatori governano la terra. (Mi perdonerete la licenza poetica, dato che è una libera interpretazione dell’ambientazione).
Idealmente, in Robothlon, siamo delle società sportive rivali che si dedicano a costruire il miglior Robot da competizione per affrontare un triathlon: colui che raccoglierà il maggior numero di medaglie – punti vittoria, affrontando le tre gare da superare, sarà il vincitore!
|Svolgimento del gioco
Una partita a Robothlon si svolge in cinque round di gioco, ciascuno composto da quattro turni a singola azione per ogni giocatore.
Pertanto, i giocatori sin dall’inizio della partita, devono aver ben presente che le loro scelte strategiche dovranno evolversi in una ventina di azioni. Potrebbero sembrare molte, ma la sorte a volte non sarà così clemente e quindi sarà necessario avere sempre un piano di riserva.
All’inizio di ogni round di gioco, i giocatori effettuano il draft: si pescano 6 carte, se ne trattengono due e si distribuiscono le rimanenti quattro ai giocatori adiacenti (due a quello alla propria sinistra e due alla propria destra). Ciascun giocatore dovrà poi decidere due carte da tenere tra quelle ricevute e due da scartare. Pertanto, la mano di carte di ciascun giocatore normalmente sarà di quattro carte.
Durante il proprio turno, i giocatori svolgono una singola azione a scelta tra:
- Svolgere una gara: si effettua un lancio di dadi per scoprire se si è superata una singola prova in una delle tre competizioni selezionate casualmente ad inizio partita; ogni gara ha delle regole diverse;
- Selezionare un target: si gioca dalla propria mano una carta target, da tenere segreta agli altri giocatori. Le carte target sono obiettivi segreti per far punti a fine partita tramite alcuni requisiti da raggiungere, valevoli esclusivamente per il giocatore che mette in gioco la singola carta. Possono riguardare la costruzione del robot, lo svolgimento delle gare etc;
- Installare un upgrade: si migliora il proprio robot aggiungendogli una parte meccanica del corpo che, se installata e fornita di elettricità, potrà fungere da modificatore dei tiri di dadi nelle competizioni;
- Ricaricare un upgrade: azione residuale, da sfruttare per caricare gli eventuali upgrade installati.
Le carte cd “Program“, invece, sono carte giocabili, durante la propria azione, in qualsiasi momento, al fine principalmente di incentivare l’interazione tra i giocatori, che altrimenti sarebbe limitata alla sola interazione indiretta oppure, ancora, per ignorare alcune regole del gioco (ad esempio, è consentito pescare ulteriori carte oppure evitare di pagare i costi necessari per svolgere alcune azioni).
Vince il giocatore che ha collezionato più medaglie:
- Vincendo le tre competizioni: è dichiarato vincitore di ogni tipologia di gara, il giocatore che alla fine della partita ha superato più volte quella prova rispetto agli altri;
- Collezionando medaglie per le singole prove: alcune medaglie, infatti, sono posizionate sul tracciato di ciascuna gara;
- Realizzando gli obiettivi segreti.
Per quanto riguarda il gioco mi sembra di aver detto tutto, è ora di passare alle conclusioni!