Uno Sguardo nel Buio – Quando il GDR parla tedesco
di Franz “riivaa” | Uno Sguardo nel Buio
Nel 1986, a un anno dalla pubblicazione del primo librogame, la Edizioni EL inaugura una collana chiamata Uno Sguardo nel Buio. Dieci anni più tardi, nel 1996, un giovane esemplare di riivaa, si aggira in una piccola libreria di paese alla ricerca della sua dose di Lupo Solitario. Gli capita tra le mani un volume con una impaginazione molto simile, ma diversamente dai librigame che ha a casa, porta in fondo alla copertina la scritta: rolegame. Constatato che per giocare a quel libro bisognerebbe avere qualche amico e che non ha ancora guadagnato il talento “personalità multiple”, il giovane riivaa avrebbe appoggiato il libro allo scaffale per tornare nelle segrete di Torgar e tuffarsi nuovamente nel Cancello dell’Ombra in compagnia del suo amato Joe Dever.
Avrebbe dovuto cambiare lingua, bagnarsi nello stretto di Hormuz, innamorarsi di una violoncellista canadese e aspettare altri cinque anni prima di conoscere il gioco di ruolo. Non poteva immaginare che tra le mani, quel giorno, in quella libreria di paese, teneva la prima edizione del GDR che per anni avrebbe surclassato le vendite di Dungeon & Dragons in Germania. Lì era conosciuto con il nome di “Das Schwarze Auge” (L’occhio nero) e veniva pubblicato dal lontano 1983.
Dopo gli otto volumi pubblicati dalla casa editrice di Trieste alla fine degli anni ottanta, in Italia non se ne seppe più niente. Ma oltre le Alpi il gioco continuò a svilupparsi nel regolamento, a crescere nell’ ambientazione e a diffondersi tra il pubblico germanofono; fino a diventare addirittura una serie di videogiochi di successo (Drakensang).
L’ultima edizione del gioco è del 2015 e segue un lungo periodo di confronto con la community, volto a uno streamline delle regole e a portarlo a pieno titolo nel presente ludico. È questa l’edizione che i ragazzi della Compagnia delle 12 Gemme vogliono portare in Italia attraverso una campagna di crowdfunding, nelle prossime settimane su Kickstarter.
Non è una operazione di retrogaming. Non ci sarebbe niente di male, ve lo dice uno che si è innamorato di Dungeon Crawl Classics alla prima lettura. Da quello che trapela il regolamento della quinta edizione di Uno Sguardo nel Buio è un elegante roll-under basato esclusivamente su d20 e d6. Classico e fedele all’originale, che voleva discostarsi da D&D per una giocabilità più impostata su interpretazione e narrativa, che sulla complessità dei combattimenti e dei lanci di dado.
Anche l’ambientazione risente della sensibilità europea. Sempre in contrasto con il loro progenitore americano, i suoi autori (Werner Fuchs e Ulrich Kiesow) avevano pensato a un mondo più legato al medioevo europeo e meno sensazionalistico. Meno Sword & Sorcery anni ’80 e più vicino alla sensibilità Low Fantasy contemporanea. Convinti che il modo più efficace per immergere nel fantastico sia una buona dose di sano realismo.
E su questi binari l’ambientazione ha continuato a svilupparsi anche nei 35 anni che seguirono, arricchendo il reame di Aventuria con personaggi, territori, razze e culture; e spesso farcendo le avventure con ampi squarci di narrazione. I reami di questo GDR sono stati così custoditi da una fedele comunità di giocatori, tra cui il forum Orkenspalter e i ragazzi della Compagnia delle 12 Gemme, che ora vogliono riportare in Italia questo pezzo di storia del gioco di ruolo.
Al momento la campagna ha già raggiunto il finanziamento e si propone di localizzare il manuale base della quinta edizione del gioco e due avventure di sessantaquattro pagine ciascuna. Si parte da un pledge base di 25€ per l’edizione digitale di Manuale e Avventure, che diventa 80€ se la si vuole cartacea (spese di spedizione comprese).
Per chiunque fosse interessato, ecco il link alla campagna: Uno Sguardo nel Buio
In fine, devo fare un grande ringraziamento al lavoro di Mauro Longo, che mi ha permesso di conoscere la lunga storia di questo gioco di ruolo sul suo blog: Caponata Meccanica