I giochi al tempo di Marie Kondo
di Max “Luna” | I giochi al tempo di Marie Kondo
おはよう ございます! Ohayo gozaimasu, sono Luna, e forse ricorderete che ho sposato un nerd, nella fattispecie un giocatore.
Non importa che a tenerlo occupato sia un cartone pieno di mostriciattoli di plastica o un costoso apparecchio dove scorrono pixel colorati, basta che ci si possa giocare. Quello che spesso si sottovaluta, quando si firma per un franchising con un compagno gamer, è la magistrale differenza che passa tra un amante dei videogiochi e un appassionato di giochi in scatola: Hako (箱). La scatola.
Le scatole, per essere precisi. Tantissime scatole, se ci si imbatte in uno di quelli particolarmente incalliti. Anche a me piacciono i boardgame, ma sono più una di quelle alghe che si accozzano agli scogli e tendono a giocare ciò che passa il convento. Una che si lascerebbe trascinare a casa di chi ha un bel titolo da provare e finita lì.
Acquisto per mio desiderio personale un gioco all’anno. E’ quasi un rito per me, quando giro Essen o Lucca o quell’abisso infernale di Kickstarter, squadrare e ascoltare con cura ogni contenitore per capire quale di loro davvero meriti la mia scommessa per quell’anno. Mi piace concentrare le energie su una cosa per volta, coccolarla e godermela appieno. Tanto nel frattempo c’è chi compensa raccogliendo ogni randagio che trova, qualsiasi cosa sventoli bandiera cthuliana o prometta avventure fantastiche, ogni dannato crowdfunding ispirato a un videogioco e nel dubbio anche giochi comprati per sbaglio perchè erano in bundle con qualcos’altro. Giusto per farvi un’idea.
Nella lista di cose da avere nella casa ideale, oltre una connessione internet degna della Silicon Valley, c’era una stanza extra per accomodare scrivania e computer dove lavorare. Solo che in quella stanza non ci ho praticamente mai messo piede. A trasloco iniziato scatole su scatole di giochi hanno preso posizione nello “studio”, e credeteci, loro sono ancora lì dentro mentre io lavoro in ingresso.
Che detta così pare che stia in un cubicolo, invece è il punto centrale e luminoso da cui Max contempla l’intero regno.
Ad ogni modo quando si decide di fare duo con un gamer si imparano molte cose.
La prima è che conviene essere in due ad amare i giochi, o in alternativa essere persone particolarmente indipendenti, in modo che la passione cocente di uno non diventi agonia per l’altra. Che per andare allo zoo assieme o tentare il suicido all’Ikea il sabato c’è sempre tempo.
La seconda cosa fondamentale, una volta che siete felicemente riusciti a trovare un compagno o compagna che condivida il vostro amore (o quanto meno lo tolleri di buon grado), è una domanda: a chi appartiene il regno?
Badate bene che non parlo di contratti, atti di proprietà o di pagare l’affitto. Voi potreste essere anche i possessori unici del luogo in cui soggiornate, certificati e bollati da notaio con tanto di like su Facebook.. ma di chi è realmente il regno? Chi di voi è la persona che compra e sceglie i mobili, gli snack per le serate dei giochi, il colore di ogni cosa dalle pareti del soggiorno ai sottobicchieri? Chi sposta le scarpe e decide qual è il posto consacrato ai piatti del servizio buono? Se siete uomini, con tutta probabilità non siete voi. E siccome con altrettanta probabilità siete voi i giocatori accaniti all’interno della coppia, vi faccio le mie condoglianze.
Fino a non molto tempo fa non comprendevo la danza incessante di mia madre che ronzava di suppellettile in suppellettile spostando, organizzando e spolverando. Anzi, ero una delle piaghe che affliggevano la sua casa contribuendo ad aumentare l’entropia tra le mura domestiche.
Tranne che per il lavoro non avevo mai fatto troppo caso a dove stessero le cose, anche perchè, le poche volte che provavo a tenerle secondo quello che per me era un senso logico e pratico, magicamente esse tornavano alle loro posizioni iniziali dopo fugaci apparizioni dell’ape regina.
“La casa è mia e le cose vanno dove dico io.”
Quindi arriviamo a voi, ingenui fuchi, voi che vi accompagnate tutti baldanzosi nel vostro tuxedo a righe gialle e nere alla vostra futura regina. Un giorno decidete che sarebbe bello avere fiore tutto per voi dove giocare ad Hive, e il giorno dopo avete firmato per l’affitto di un’arnia a sei esagoni.
State ancora rantolando sul pavimento per aver portato in braccio la vostra raccolta intera di giochi, miniature ed action figure, che lei sta lanciando il vostro vecchio tagliere di plastica nella spazzatura. L’indomani ne trovate uno rustico in legno d’ulivo sul piano della cucina e lei così felice che fingete sia la cosa più emozionante dopo l’uscita di Sekiro: Shadows Die Twice. Ogni tanto fa la sua comparsa un raccoglitore per documenti, un tubo nuovo per la doccia, una lampada DIY dove prima c’era un intreccio inumano di cavi a vista. Cose carine, anche. Utili a volte. Superflue per lo più.
Ma lei vi ha fatto quell’enorme tela a tema Stark che riempie il soggiorno e si ricorda sempre quali sono le vostre merendine preferite, e sembra così tenera che davvero, va bene così.
Fino al giorno in cui i flauti blasfemi che tenevano sopita la vostra pupa non smettono di suonare: il giorno in cui scopre Marie Kondō.
Se conoscete questo nome, ancora una volta, 哀悼の意 Aitō no i. Condoglianze.
Sapete già che significa che la giovane operaia, nello scoprire quel nome (maledicete pure Netflix e la sue serie sul riordino), si è fatta sovrana. Ciò che vi resta dell’alveare sono le chiavi per aprire la porta.
All’improvviso il cassetto dove conservavate tutte le bustine e ziplock si svuota, e le stesse ricompaiono ordinate per misura e marca dentro una scatola con fantasie parigine. Le vostre t-shirt diventano delle specie di involtini primavera, perfettamente allineati come in un cassetto del centro commerciale. I libri svettano in ordine cromatico o strategicamente posizionati in piccoli blocchi sugli scaffali in modo da creare “armonie impercettibili”. Scatoloni di documenti si risvegliano in buste numerate dentro una scatola da scarpe. Siete ancora in tempo, perchè dopo che avrà fatto spazio e sistemato tutta la sua roba, e le vostre cose inessenziali, rimarranno solo i vostri giochi a pararsi tra lei e La casa dei sogni ™.
Avete due opzioni. La prima è combattere con ogni arma dialettica che avete a disposizione, ma sappiamo bene che siete cresciuti giocando a calcetto mentre lei viveva intrighi da Down Town Abbey già a dodici anni con le sue amichette. Le parole sono shuriken nelle sue mani.
Oppure, come insegnano dall’alba dei tempi, unitevi a loro. Abbracciate il metodo KonMarie o qualsiasi altra paturnia abbia colpito l’amore della vostra vita. Giocate d’anticipo, siete giocatori, no?
Siate i primi a proporre di mettere ordine tra le vostre scatole, a valutare l’acquisto di un secondo kallax e delle vetrinette per disporre al meglio le vostre miniature. Decidete con cura come abbinare i vostri giochi: in ordine alfabetico, per dimensione (mi raccomando scatole pesanti in basso e leggere in alto per dare respiro alla stanza ma soprattutto per non sfondatre i coperchi!), per colore o tema, quelli che devono stare in orizzontale con gli orizzontali e quelli che possono stare in verticale elegantemente disposti come in una libreria.
Non potete contenere la pioggia, signori, ma se imparate a giocare a Barrage scoprirete che è più conveniente convogliare tutta quella meravigliosa energia in rivoli ordinati per far sbocciare la vostra ludoteca nel giardino lussureggiante che potrebbe essere, piuttosto che farvi abbattere da una diga in piena. Una libreria armoniosa può essere un progetto condiviso dai molteplici vantaggi.
E dimenticate il vaneggio per cui si possano tenere solo 30 libri o giochi. Se ve la giocate bene, la vostra collezione potrebbe diventare il punto forte della casa, gloria dei shelfies e delizioso punto di comunione con la vostra amata. Senza contare l’invidia sui social.
L’alternativa è una strenuante lotta di potere in cui nel migliore dei casi vi sarà ceduto un angolo umido di soffitta, roba da Underwater cities, nel peggiore la giovane Maya accetterà in modo sospettosamente accondiscendente di non spostare le vostre cose. E mentre voi gongolerete della vostra virile presa di posizione io starò già acquistando per 18€ il vostro 7th Continent su Ebay, sappiatelo.
L’ordine porterà gioia nelle vostre case e nelle vostre vite. Come i giochi.
Basta saperli prendere dal verso giusto. Bee smart.
PS: dopo aver scritto il post ho trovato un video esilarante di tal Renato Minutolo, che ugualmente soffre, e affronta con gli scacchi la situazione. Attenti all’ordine 66!