Backgammon: 5000 anni di lotta tra bene e male
di Luca “maledice79” Lanara
Qualche hanno fa, come molti di noi mi ero appassionato di una serie TV di nome “Lost”. Tra le cose fuori di testa della serie, mi salto’ subito all’occhio il gioco Backgammon, che alcuni naufraghi usavano per non pensare alle sfighe dell’isola. E’ considerato da molti il più’ vecchio gioco della storia, pare infatti che la prima scatola sia stata trovata in una tomba di un re Sumero duranti gli scavi in un antica città mesopotamica dal nome evocativo di UR ( da qui il nome originale “Il gioco reale di Ur”). Ovviamente essendo un gioco cosi vecchio è praticamente impossibile capire chi è l’autore del gioco, forse Egizio , forse Greco, forse Dio. Da questo punto di vista, Backgammon (chiamato infine cosi perché spesso veniva raffigurato dietro le scatole degli scacchi) gode di un alone di mistero e riferimenti filosofici alla vita e all’universo, che pochissimi giochi possono permettersi. Quindi dopo 5000 anni, sono finalmente riuscito a giocarci e posso dire la mia su questo gioco. Le pedine bianche e le pedine nere hanno il semplice compito di uscire dal tabellone prima che l’avversario faccia lo stesso. Per muoverle bisogna tirare due dadi e ogni singolo dado rappresenta il numero di movimenti che può’ fare la pedina o le pedine.Durante il percorso bisogna stare attenti a non lasciare una pedina da sola perché questa puo’ essere mangiata e quindi dovrà percorrere da capo tutto il tragitto. Lasciare invece più’ pedine nello stesso spazio permette di difendersi, visto che nessuna pedina avversaria può sostare dove ci sono due o piu pedine. Quindi se piazzate bene, l’avversario puo’ rimanere bloccato e quindi perdere il turno.Dopo solo pochè partite comincerà subito a nascere dentro di voi diverse strategie, e comincerete a valutare se lasciare pedine indietro per impedire l’avanzata dell’avversario.
Il gioco pur avendo continui tiri di dadi è tutt’altro che un gioco basato sulla fortuna, vi accorgerete sin da subito che una buona strategia alla base è indispensabile.Navigando in rete infatti ho scoperto che ci sono davvero tantissime tecniche e addirittura (come per gli scacchi) ci sono mega computer che elaborano mille milioni di di miliardi di mosse :D
Il successo di questo gioco nella storia dell’uomo è indiscusso. Giocandoci si capisce il perchè. Infatti oltre essere un gioco che si impara subito e all’apparenza facile, ha dentro di se un sacco di richiami filosofici sulla vita stessa del uomo come riporta questo estratto dal mitoco wikipedia: “Gli storici hanno spiegato come, nel backgammon, sia stato rappresentato il ciclo annuale e giornaliero della vita umana: i 24 punti rappresentano le 12 ore del giorno e le 12 della notte ma anche i 12 mesi dell’anno, le 30 pedine i giorni del mese. Anche i due dadi possono rappresentare il giorno e la notte e la somma dei punti ai lati opposti di un dado può far riferimento ai giorni della settimana ma probabilmente anche ai pianeti allora conosciuti. La compresenza di elementi cromatici discordanti (le punte della tavola, le pedine) sembra rappresentare la visione dualistica del mondo nella antica cultura indoeuropea caratterizzabile dal conflitto tra il bene e il male, la vita e la morte. Il backgammon, nella sua capacità di miscelare componenti di abilità e fortuna, simboleggia perciò una certa visione dell’esistenza umana. L’esito di una partita non può essere pianificato a priori così come il successo nella vita: la sorte è importante quanto l’ingegno ”
Quindi fate come ho fatto io, questa estate, provate con un amico a sedervi in un parco, immaginate di essere i primi uomini, e con tutta calma cercate di capire il senso della vita attraverso un gioco!!!