Root: Vast ritorna vestita da Robin Hood
di Luca “Maledice”
Root, “radice”, è un gioco della Leder Game, che forse avrete già sentito nominare per quel gioiello di asimmetria che è Vast: the Crystal Cavern. La storia parla di un bosco e delle sue fitte trame di potere e giustizia, architettate da abitanti quanto mai piccoli e colorati.
In questa foresta possiamo scegliere la nostra fazione tra le 4 fornite dal gioco base. La nefanda Marchesa de Cat che tenta di aumentare le sue ricchezze attraverso abusi edilizi. L’Alleanza del Bosco, che nelle vesti di pelosi Robin Hood e Little John cospirano per rovesciare il potere della dominazione felina (se state già fischiettando Van per la foresta, tranquilli, è normale). Intanto, ai confini del bosco, il vecchio impero dei nidi d’Aquila si sta riarmando per riprendersi il potere sottrattogli dai gatti. A osservare con occhi saggi, il vagabondo della foresta passeggia tra i sentieri che solo lui conosce, approfittando delle diatribe per perseguire i suoi scopi.
A differenza del predecessore, Vast, questo board game mantiene l’asimmetria cercando tuttavia di migliorare la leggibilità dei punti (visibili su un tracciato della mappa) e l’apprendimento del gioco, mantenendo una parte del regolamento uguale per tutte le fazioni. Ma vediamo a grandi linee come funziona Root.
Per vincere i giocatori devono raggiungere 40 punti vittoria. Per farlo ogni giocatore si avvarrà di abilità diverse, e di un mazzo comune composto da carte di 4 tipologie: topini, volpi, conigli e uccelli, ognuna delle quali sarà di aiuto per azioni di diversa natura, come combattimento o economia.
Il gatto guadagna punti in base a quanti edifici riesce a costruire, gestendo legno e risorse come un piccolo german baffuto. L’Alleanza dovrà risolvere quest Cospirazione che cambiano a ogni turno, e dovrà fare affidamento ai suoi ribelli boschivi per preformare azioni di training o l’acquisizione di nuovi guerrieri. I rapaci, appollaiati tra gli alberi, potranno eseguire azioni in base a set di carte dettate dal loro leader. Nel caso in cui nessuna azione sia disponibile, il leader viene riconosciuto come fallimentare e sostituito da uno nuovo (neanche gli Skaven sono così perentori). Infine il Vagabondo, forse il personaggio più singolare, che attraverso le sue conoscenze potrà aiutare l’una o l’altra fazione, ad esempio cedendo carte in cambio di oggetti e punti, e che manipolerà zitto zitto tutti quanti nel tentativo di fare i 40 punti, o risolvere il suo obiettivo segreto.
Nella campagna kickstarter, che sta avendo un ottimo successo, ci sono diverse interessanti aggiunte che si aggiungono ancora a questo ambizioso gioco. Come una fazione aggiunta (i castori) e anche mappe e versione alternative del vagabondo (eh si mi hanno messo il lupo). Si parla anche di scenari cooperativi, il 6 giocatore e quindi la possibilità di giocarlo in solo. Questo materiale sarà comunque un espansione chiamata Riverfolk che arriverà in ogni caso in un secondo momento. Novembre 2018 la stima mentre per il gioco base si parla di agosto 2018. Tutto questo si aggira sulla cifra dei 60 dollari, circa 51 euro più spese di spedizione, intorno ai 15 dollari.
Inutile dire che più esploro il regolamento, semplice, di questo gioco e più me ne innamoro. D’impatto si vede che è stato fatto un grande sforzo per migliorare, per quanto possibile, tutti le imperfezioni che si notavano in Vast and the Crystal Cavern. E nonostante questo, il gioco si presenta completamente diverso e innovativo e non solo nell’ambientazione. La grafica delle carte è davvero particolare ed evocativa, e il rimando ad un libro di favole è molto marcato. Il tabellone, se pure piacevole, mi sembra un po’ troppo spoglio d’impatto, un attenzione al dettaglio più marcato lo avrei apprezzato sicuramente. Ma è trovare il pelo dell’uovo su questo regolamento/gioco. Quindi anche questo Root: A game of Woodland Might and Right riesce a rubarmi l’ennesimo pledge e il mio shut up and take my money!!