Pandemia: Contagio – Recensione
di Davide “Canopus”
Titolo | Pandemia: Contagio |
Autore | Carey Grayson |
Lingua versione provata | Italiano |
Editore versione provata | Asterion Press |
Altri editori | Asmodee, Filosofia Éditions, Z-Man Games |
Numero giocatori | 2 / 5 |
Durata partita | 30 minuti |
Anno pubblicazione | 2014 |
Altri titoli | Pandemic: Contagion |
Meccaniche | Filler, gioco di maggioranze ed influenza |
Dipendenza dalla lingua | Abbondante utilizzo di testo nel gioco |
Prezzo indicativo (in data recensione) | Circa 20 € |
Che Pandemia sia stato un titolo di grandissimo successo credo sia un fatto assodato anche da chi non è amante di questo gioco. Personalmente, io lo adoro, ma rimango molto diffidente quando da un titolo di successo non solo si “estraggono” espansioni, ma se ne derivano anche le immancabili versioni di dadi e di carte. Pandemia non fa eccezione, due espansioni, una versione di dadi, Pandemia: La Cura, e una di carte, Pandemia: Contagio… o forse no! Perché Pandemia: Contagio sarà anche un gioco di carte ma in comune con il suo teorico padre ha solo parte del nome e qualche aspetto grafico. Anche qui non sarebbe una novità se le differenze non fossero tali da abbandonare la meccanica cooperativa di famiglia per abbracciare una ben più conflittuale tutti-contro-tutti e passare al lato “febbricitante” della forza. In Contagio, infatti, non vestiremo i camici da laboratorio di eroi impegnati a salvare il mondo, ma le citomembrane di pericolosi microbi con lo scopo di scatenare malattie e sterminare città in giro per il globo. Certo il tema è decisamente macabro e le battute sul fatto che si tratti di un titolo di maggioranze ed influenza sarebbero sicuramente troppo scontate, ma il risultato finale ammetto essere un gioco interessante, veloce e agguerrito. Rimane che il nome Pandemia sulla scatola è una questione di marketing e se vi volete avvicinare a questo titolo attirati dal fatto che Pandemia vi è piaciuto proprio tanto, vi consiglio prima di leggere questa recensione.
Ambientazione
Nel regolamento non se ne parla e il tutto è rimandato ad una frase sulla scatola che recita un imponente “Voi siete la malattia. Non esiste la cura.” Direi che lascia decisamente intendere che questa volta sarete i cattivi, per quanto si possa definire cattivo un microbo, e lo scopo sarà la distruzione del mondo. Il gioco presenta comunque degli interessanti particolari d’atmosfera, come i vetrini (anche se mi sembrano più capsule di Petri, ossia i contenitori utilizzati in biologia per le colture biologiche) in plastica dove trovano alloggio i componenti dei giocatori o i disegni stilizzati di microbi sulle plance giocatore.
Materiali
In una trasportabilissima scatola di piccole dimensioni, forse pure troppo piccole considerando tutto quello che ci si deve infilare dentro, troviamo:
Componenti per giocatore |
Apro la scatola e mi trovo subito in mano quello che per il manuale è un vetrino, ma la mia passione per film e telefilm con sfondo medico-apocalittico mi fa subito riconoscere come capsula di Petri, e poi dicono che la tv rende stupidi :-P. Dentro il contenitore discoidale trasparente ci sono un disco segnapunti e 15 cubetti di plastica semitrasparente in tinta unità; che fanno immediatamente risvegliare i miei ricordi di quando piazzavo cubetti di legno su Pandemia pregando che non scoppiasse qualche reazione a catena. Ma dove la metto questa capsula di Petri (no, niente battutacce per favore)? Trovo la risposta velocemente nella plancia del giocatore, con tanto di microbo stilizzato che mi fa fantasticare su quale agente patogeno potrei mai essere. Questa plancia presenta un enorme foro dove mettere il mio “vetrino”, e non è l’unico foro, vedo subito 3 tracciati forati dove mettere sicuramente i miei cubetti (stile Clash of Cultures). Per dirla in termini american, sono tre tracciati di 3 skill della mia malattia personale, che sono incubazione, contaminazione e resistenza, e che verranno migliorati per livelli spendendo carte per passare da un livello al successivo (costo indicato tra un livello e il successivo da un numerino). E poi, visto che non ci facciamo mancare niente, riassunto chiaro e leggibile delle azioni praticabili sulla sinistra della plancia. |
Carte e altro |
Sul tracciato segnapunti da 0 a 50 non c’è davvero nulla da dire. Mentre le carte meritano un’occhiata più approfondita. Intanto gli imbustatori possono esultare, sono 102 carte in formato standard, lo stesso del Magic. – Le prime carte che vedo sono le 12 carte evento, e già qualcosa mi quadra poco, il disegno minimal in arancione nel centro carta ha davvero zero appeal e il mio occhio si rifiuta di interpretarlo per andare subito a leggere il testo dell’evento, che può essere positivo o negativo per tutti i giocatori nell’arco del round. Alcune carte hanno anche delle icone: una città, per indicare di mettere in gioco una nuova carta città, oppure un teschio, che serve da counter temporale per eseguire alcuni calcoli di maggioranze e punteggi. – Passando alle 6 carte OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la situazione grafica non cambia (a parte il fatto che si sostituisce l’arancione con il blu e come immagine abbiamo sempre il logo OMS), solo che in questo caso l’evento è sempre pesantemente negativo per i poveri microbi. – Con le 24 carte città si inizia a vedere qualcosa di nuovo. Nulla che faccia graficamente sorridere, ma righe orizzontali su sfondo quasi in tinta unità. Che sarà mai? Semplice, durante la partita piazzerete cubetti sulle carte città, queste sono divise già in zone per tenere traccia di chi inizia a piazzare cubetti per primo, un sistema molto elegante ed efficiente. Seguono poi altri dati importanti per il gioco: il continente di appartenenza della città, indicato sia testualmente che dal colore di sfondo; i punti che si prendono per le varie maggioranze, dove il valore maggiore è pari alla popolazione in milioni della città: e, infine, l’abilità speciale della carta, che elargisce vantaggi all’ultimo giocatore che ci mette un cubetto sopra prima di eseguire i calcoli per le maggioranze. – Terminiamo con le 60 carte infezione, che altro non sono se non carte in tinta unità con un colore per continente, così da utilizzarle in relazione alle carte città. Di fatto sono la “carne da cannone” del mazzo e sono utilizzate per fare tutte le azioni dei giocatori. |
Setup e regolamento
Già dal primo setup mi accorgo che sarà un’operazione molto rapida, tipo 5 minuti. Si inizia con le solite cose: dare 4 carte infezione ad ogni giocatore, scegliere la prima città da infettare mettendoci un cubetto e piazzare anche un cubetto su ogni spazio livello 1 delle 3 skill. La parte più interessante è la composizione del mazzo eventi, alternando ogni 3 carte evento con una carta OMS, per 3 volte. Ne consegue che rimangono sempre fuori dal gioco 3 carte evento e 3 carte OMS, cosa che dovrebbe aumentare la longevità del titolo e assicurare partite sempre diverse.
Le regole si spiegano in circa 5 minuti tramite semplici esempi. Il regolamento è chiaro e ben fornito di immagini ed esempi. Mi lascia però un po’ perplesso la scelta estetica di evidenziare in blu le parole chiave in un manuale con sfondo viola: non è il massimo da leggere prima di andare a dormire in condizioni di scarsa luminosità.
Meccaniche
Etciù, devo essermi preso l’influenza
La partita si snoda in round dove ogni giocatore a turno esegue le sue azioni. Ad inizio round per prima cosa si pesca una carta evento, o OMS, e se ne applicano gli effetti. Già qui vedo qualcosa che mi lascia perplesso, tutte le carte, sia positive che negative per i giocatori, riportano come dicitura su quando giocarla “giocabile”. Quindi significa che posso ignorare gli eventi negativi che non mi piacciono? Ovviamente no, non avrebbe molto senso per gli eventi negativi e sulle carte in lingua inglese trovo un leggermente più chiaro “play”. Vabbe, decido di ignorare la cosa e proseguo.
Come detto sono 3 i parametri che descrivono la nostra malattia e la differiscono dalle malattie avversarie, ossia le skill che si vanno a migliorare a livelli:
– Incubazione: che regola il numero di carte che si possono pescare con l’apposita azione.
– Contaminazione: che regola il numero di cubetti che si vanno a piazzare sulle città.
– Resistenza: la difesa contro i nefasti effetti delle carte OMS.
Vediamo subito come funziona la resistenza. Ogni livello di resistenza consente di proteggere una carta dalla vostra mano, un cubetto che sta influenzando una città o un livello di qualsiasi caratteristica. Per proteggere questi elementi, però, si deve ridurre di uno il proprio livello di resistenza. Quindi, se per esempio salta fuori la carta OMS “Avvio del programma PR per incrementare la consapevolezza pubblica” che fa scartare 2 carte dalla mano di ogni giocatore, un giocatore può ridurre la propria resistenza di un livello per salvare una carta, o di 2 livelli per salvare due carte.
Questo aspetto di personalizzazione ed evoluzione della propria malattia devo dire che dona un pizzico di pepe alle meccaniche dando quella componente dinamica che ricorda alla larga, ma molto alla larga, lo sviluppo personaggio in alcuni giochi di ambientazione, ma molto alla larga. Certo, solo un pochino, perché comunque ci si riesce a differenziarsi non poi molto dagli avversari.
Tornando alle meccaniche, ogni giocatore nel suo turno può eseguire due di 3 azioni disponibili, anche uguali tra loro:
– Pescare carte: il giocatore pesca tante carte quanto il valore di incubazione della sua malattia, ma a fine turno dovrà rimanere con al massimo 9 carte in mano scartando quelle extra.
– Contaminare una città: qui abbiamo 2 possibilità. Se il giocatore sta contaminando una città dove non ha cubetti del suo colore dovrà scartare due carte del colore della città. Altrimenti, se sta aggiungendo cubetti ad una città che sta già contaminando, scarta solo una carta del colore della città. In entrambi i casi, aggiunge tanti cubi alla città quanto il suo valore di infezione.
– Mutare la propria malattia: ogni giocatore può “personalizzare” la propria malattia sviluppando una delle 3 skill. Per fare questa azione si devono scartare tante carte di qualsiasi colore quanto il numero in piccolo indicato prima del livello successivo della caratteristica che si sta migliorando.
In alternativa, se un giocatore non è in grado di eseguire un’azione (mai visto succedere per ora ma è sempre meglio avere un piano B), pesca una carta e passa la mano. Inoltre, in ogni momento è possibile scartare due carte di qualsiasi colore in sostituzione di un qualsiasi altro colore.
Escherichia Coli goes to the city
I cubetti nelle città sono aggiunti per riga. Che significa? Praticamente ogni carta città è divisa in 5 zone orizzontalmente dall’alto verso il basso. Quando un giocatore contamina una città piazza i suoi cubetti nella prima zona libera partendo dall’alto e, successivamente, andrà sempre ad aggiungerne in questa zona. In questo modo si genera una classifica cronologica dell’ordine con cui i giocatori sono andati ad infettare una carta. È un sistema elegante ed efficiente di spezzare i pareggi per le maggioranze perché le città sono coinvolte in due forme di calcolo dei punteggi. Il primo avviene quando si stermina la popolazione di una città. È piuttosto macabro da dire, ma ogni volta che piazzate un cubetto su una città virtualmente e semanticamente uccidete un milione di persone innocenti. Quando il numero di cubetti è pari al valore della popolazione della città, il numero più grande sulla carta, avete sterminato tutti. A questo punto il giocatore che ha più cubetti guadagna tanti punti quanto l’intero valore di popolazione, il secondo giocatore il secondo valore più elevato di punti e il terzo giocatore il valore più basso. Ma non è finita, il giocatore che ha messo per ultimo un cubetto sulla carta causando l’apocalisse microbica si prende la carta che potrà usare, in base a quanto indicato, per avere un vantaggio nel gioco. Per esempio, Londra consente di ignorare gli effetti di una carta OMS a scelta del giocatore quando vuole durante il suo turno. Questo ultimo punto non è da sottovalutare e da solo mi fa gasare molto. Senza questa regola un giocatore che non è in zona punti, o che prende pochi punti, non sarebbe stato interessato a “chiudere” una carta città, rallentando e rendendo meno dinamica la partita. Così invece, spesso capita di fare un ragionamento del tipo “tanto comunque la popolazione della città verrà sterminata, tanto vale che mi prenda il vantaggio dato dalla carta” aggiungendo quindi una ulteriore dimensione strategica ad un gioco che altrimenti sarebbe stata una banale corsa alle maggioranze senza molte possibili scelte strategiche.
Possiamo già trarre alcune considerazioni da quel che abbiamo detto fino a questo punto. Per prima cosa i cubetti a disposizione di ogni giocatore sono limitati, quindi essere troppo avidi e cercare di contaminare troppe città potrebbe portarvi in stallo e non riuscire a effettuare ulteriori contaminazioni finché non viene sterminata una città con dei vostri cubetti per riprenderli. Inoltre, non è detto che gli effetti negativi di una carta OMS o evento siano così negativi, potrebbero farvi riprendere dei cubetti preziosi per concentrarli su altri obiettivi.
Ho parlato di due valutazioni sulle città. Il secondo conteggio dei punti avviene a fine partita o ogni volta che compare il secondo (o quarto, o sesto) teschio su una carta evento ed è detto computo dei morti. In questo caso, per ogni città, si controlla chi ha la maggioranza e il giocatore guadagna i punti destinati in caso di sterminio al terzo giocatore. Le situazioni di pareggio, come visto, sono risolte in base ha chi ha iniziato a contaminare la città per primo.
La partita finisce al termine del turno in cui si applicano gli effetti dell’ultima carta OMS del mazzo o in cui restano solo 2 città sul tavolo. Dopo l’ultimo computo dei morti, ogni giocatore somma al proprio punteggio il livello di ogni caratteristica della propria malattia, giusto per non dimenticarci gli sforzi fatti per “ingrossarvi”. Chi ha più punti viene dichiarato vincitore.
Conclusioni
Grafica e componentistica | Dal punto di vista dei materiali siamo su un buon livello di qualità: la capsule di Petri e le plance forate sono semplicemente fantastiche. Le carte sono un po’ fragiline ma credo accettabili. Per la grafica nel suo insieme si poteva fare di meglio. Le carte evento e OMS hanno davvero scarsissimo appeal e durante la partita non vi accorgerete nemmeno che sono illustrate, le carte città e infezione si riassumono in “tanto spazio vuoto ma colorato”. C’è poi questa cosa fastidiosissima per me delle carte evento e OMS che riportano scritte come “giocabile all’inizio del turno”, quando non è per nulla “giocabile” ma “da giocare”. Boh, forse sono io che ho dimenticato l’italiano. Concludo con la scatola che rende il gioco sicuramente portabilissimo ma non è facile farci stare tutto, ma sinceramente io presto più importanza alla trasportabilità e all’ingombro piuttosto che alla comodità di risistemare i componenti nella scatola (almeno che proprio non sia più possibile inserirli dentro dopo la defustellazione, ma non è questo il caso). |
Ambientazione | Qui si potrebbe aprire una disputa ideologica tra gamer che facilmente finirebbe in un bagno di sangue. Di certo non mi sento una malattia mentre gioco, una malattia è qualcosa di troppo astratto perché qualcuno possa immedesimarsi. Inoltre, manca quell’effetto di impotenza davanti agli eventi, di esplosioni di epidemie ed effetti a catena di “outbreak”, che hanno reso Pandemia uno dei principali rappresentanti del genere cooperativo. Ovviamente Contagio non poteva offrire tutto questo considerando la durata della partita e la semplicità delle meccaniche. Devo però ammettere che c’è stata una certa cura di particolari, come le capsule di Petri e i disegnini dei microbi sulle schede, che me lo hanno fatto molto apprezzare. Anche il decidere come evolvere la propria malattia ha il suo perché ambientativo. Tema forse un po’ macabro per un family game. |
Regolamento | Paradossalmente, forse il manuale è il proprio il tallone d’Achille di Contagio. È vero che presenta molti esempi e molte illustrazioni, è vero che è chiaro e veloce da leggere, ma lascia dei dubbi non da poco. Per esempio, non dice se i cubetti infezione sono limitati per giocatore o no (si, sono limitati), o se è possibile in fase di contagio di una città aggiungere cubi oltre il suo valore di popolazione per determinare una maggioranza (no, una carta non può contenere più cubetti della propria popolazione). Per ottenere le risposte sono dovuto andare a cercarmi le FAQ in inglese sul sito di bgg. Inoltre, come già detto, la scelta di evidenziare alcuni concetti importanti in blu su sfondo viola pregiudica la possibilità di lettura con scarsa luminosità. |
Meccaniche e dipendenza dal caso | A livello di meccaniche il gioco scorre veloce e senza intoppi, certo la dimensione strategica lascia un po’ a desiderare non fornendo al giocatore chissà quali scelte e possibilità, ma per un filler di 30 minuti ci sta. Ci sono poi quelli che a mio parere sono delle idee molto eleganti e geniali, come il fatto che chi stermina una città ne prende la carta, o il sistema di punteggi che tiene conto di chi ha iniziato per primo ad infettare una città in caso di pareggio. Il gioco però è pesantemente influenzato dalla fortuna, l’uscita di determinati eventi, soprattutto negli ultimi turni, può davvero essere pesante e precludere possibilità di recupero a chi è già indietro. Altra cosa che mi lascia perplesso è la presenza di alcuni “fattori dominanti”, ho l’impressione, e sottolineo impressione, che ci sia una combinazione di mosse di apertura piuttosto obbligata per il primo turno e che dedicare troppa attenzione alla resistenza, e giocare quindi in difesa, non paghi. |
Interazione tra i giocatori | Praticamente solo interazione indiretta. Per la maggior parte del tempo consiste nel cercare di superare gli avversari nelle maggioranze delle varie città, anche se qualche carta evento consente di danneggiare direttamente gli altri giocatori. |
Originalità | Molto bello, e non ricordo in altri titoli di maggioranze, il fatto che chi fa raggiungere il valore di soglia per chiudere una carta prende anche un beneficio extra indipendentemente da quanti punti prende e se ne prende. |
Longevità | Sulla carta piuttosto elevata, dato che non entrano mai in gioco tutte le carte evento e tutte le carte OMS, per non parlare delle carte città: anche in 5 giocatori se ne vedono generalmente poco più di metà mazzo. Per capire quanto può influenzare la partita la composizione del mazzo eventi, pensate che a seconda dei casi durante la partita possono esserci tre calcoli dei punti per conta dei morti, oppure solo uno, una bella differenza in termini di punteggio. Però devo anche ammettere che le opzioni strategiche non sono tantissime e alla fine temo che si potrebbe avere la sensazione di “solita minestra”. |
Scalabilità | La versione per due giocatori prevede di giocare con un giocatore fantasma che piazza un cubo a caso ogni tanto su una città per rompere le scatole, il sistema comunque funziona. In generale ho avuto l’impressione che, nonostante la modulazione data dal numero di carte città in gioco, in 2 e 3 giocatori ci sia molto spazio libero mentre la partite in 4 e 5 giocatori risultano più agguerrite e divertenti. Personalmente lo consiglio da 4 giocatori in su, così da avere una maggiore interazione forzata anche sulle città contaminate dagli avversari. |
Impressioni giocatori | Il tempo di gioco è molto contenuto e le regole sono semplici e di rapida assimilazione. Sicuramente e potenzialmente un buon filler, ma contrariamente a quello che sembra la compagnia di gioco conta. Se giocate in 4 o 5 probabilmente non ve ne accorgerete, ma in 3 e in 2 se i giocatori sono dei solitari che non amano andarsi a pestare i piedi nelle varie città per correre alla maggioranza, potrebbe risultare una partita un po’ statica. Esclusi casi patologici non ci sono rischi da paralisi d’analisi e il fatto che non centri assolutamente nulla con Pandemia potrebbe renderlo appetibile anche a quei giocatori che non hanno gradito il capostipite della serie. Rimane poi il fatto che il tema è piuttosto macabro e forse qualcuno può storcere il naso a farci giocare il figlio di 12 anni, ma è un discorso molto soggettivo. |
Giudizio personale | Inizialmente ero un po’ dubbioso su Pandemia: Contagio, in genere difficilmente gli spin-off di carte o di dadi di titoli famosi mi attraggono, ma alla fine ne sono rimasto affascinato da un lato e deluso dall’altro. Affascinato per il fatto che un semplice gioco di maggioranze ed influenza, come effettivamente ne esistono tanti, riesca, tramite semplici accorgimenti, a diventare un titolo molto dinamico e combattivo. Deluso perché pure io sono caduto nella trappola del marketing, aspettandomi un titolo più Pandemia, un gioco più cattivo e catene di eventi a raffica che ti portano con l’acqua alla gola per tutto il tempo di gioco. Invece Contagio appare come un titolo molto più tranquillo e le carte evento si sentono solo in alcuni casi come bastonate, e spesso pure ingiuste. Su questo ultimo punto vorrei anche fare una mia riflessione personale sul fatto che per le logiche di mercato sia più che lecito sfruttare al massimo il successo di un titolo come Pandemia, però se si applica questo nome come un marchio a titoli che non danno un’esperienza ludica simile al gioco capostipite temo non diventerà un marchio di qalità, e alla luce dei rumors su Pandemic: Reign of Cthulhu direi che si rischia pure di sfiorare il ridicolo. |
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Pro |
Contro |
Materiale molto bello con dettagli davvero accattivanti, vedi i vetrini, che riescono a calarti anche un po’ nella parte. | Carte un po’ fragili e comparto grafico non eccelso. Il testo su quanto attivare gli effetti di una carta evento può facilmente mandare in confusione. |
Regole semplici ed immediate spiegabili e assimilabili in pochi minuti. | Poco esaustivo il regolamento, per alcuni dettagli comunque importanti si deve andare a vedere le FAQ. Alcune scelte cromatiche discutibili. |
Alcuni aspetti delle meccaniche sono veramente accattivanti e interessanti, come la possibilità di chiudere una città prendendo un vantaggio anche se si è fuori dalla zona punti. | Impatto della fortuna che può farsi sentire molto. Un evento sfavorevole verso gli ultimi turni può tagliare le gambe e impedire i recuperi. |
Filler veloce e dinamico, potenzialmente adatto a qualsiasi genere di giocatore. | Utilizzo quasi a sproposito del marchio Pandemia. Se ci si aspetta di trovare un gioco su quella linea si rimarrà delusi. |
Ottima trasportabilità. | Meglio se giocato in 4 o 5 giocatori. |