Essen: quattro giorni nell’olimpo del gioco – primo giorno
di Alberto “Doc”
Eccomi qui di ritorno dopo questa avventura di 6 giorni (due di viaggio in macchina e 4 di fiera) nella città che ospita lo Spiel e che per la prima volta ho potuto vivere in prima persona e non solo attraverso i leggendari racconti di altri che l’anno vissuta.
ma veniamo al sodo parlando di quanto ho visto e provato e traiamone le conclusioni.
Innanzitutto parliamo della fiera: la cosa che mi è più piaciuta è che nonostante la mole di gente che vi è passata in questi quattro giorni, è stata davvero molto vivibile, molto più di Lucca che da questo punto di vista dovrebbe cercare di trarre diversi spunti dagli amici tedeschi.
In secondo luogo è stato splendido giocare in un contesto internazionale: ho potuto confrontarmi con polacchi, tedeschi, francesi, greci ma anche con chi veniva da molto più lontano come brasiliani e americani. Ed è stato un confronto non solo sul tavolo ma anche su gusti e preferenze di gioco che ho trovato molto costruttivo. Insomma sono stato davvero bene in un ambiente che miscelava così tante diversità culturali e nazionali ma che convogliavano tutte nella passione del gioco.
In terzo luogo, splendidi i dimostratori. Devo dire che ho trovato molti padiglioni con personale davvero ben preparato e con capacità comunicative notevoli nonostante la difficoltà di dover spiegare alcuni giochi davvero non facili da trasmettere nemmeno parlando lo stesso idioma. Certo, gli esempi negativi non sono mancati ma i casi positivi hanno dal mio punto di vista oscurato le sporadiche spiacevoli situazioni.
Ed infine le offerte: ce n’erano molte, non tutti dei veri e propri titoloni, ma molti giochi interessanti e di pregio che spiccavano fra le miriadi di scarti di magazzino (a volte credo che dovrebbero aprire certe scatole che hanno più di 10-15 anni e usarne la componentistica per nuovi giochi…).
I giochi: Come avete letto abbiamo davvero provato tante cose, molte più di quelle che mi aspettavo visto le premesse. Sapevo infatti che era difficile trovare posti a sedere per le demo ed invece siamo andati via davvero molto lisci con pochissimi tempi morti. E questa è stata davvero una splendida ed inaspettata sorpresa.
Entrando nel merito di quanto visto, la mia lista delle cose da provare era davvero lunga nonostate i preventivi tagli fatti alla partenza. Contavo infatti ancora 40 giochi alla fine di tutta la selezione e sono soddisfatto di averne provata una buona 20ina fra questi.
Ripercorrendo quanto provato a bocce ferme e a mente fredda devo dire che c’è più di un titolo che mi ha colpito durante la kermesse.
Ecco quindi la mia sintesi dopo il rientro in Italia sul primo giorno di fiera.
Tash-Kalar: provo con una certa riserva questo titolo di Chvatil in quanto non è esattamente il mio genere, ma devo dire che alla fine riesce a convincermi. La meccanica principale consiste nel costruire particolari geometrie sulla plancia di gioco (attraverso il piazzamento dei propri segnalini) così da permettere di evocare i propri campioni che consentono di attivare mosse speciali. Lo scopo del gioco è conquistare 6 punti vittoria che si ottengono conquistando carte obiettivo. Quando la partita finisce sento che non mi è affatto dispiaciuto a maggior ragione quando il dimostratore mi dice che i mazzi non sono tutti uguali e che quindi si possono creare scontri asimmetrici. Il prezzo invece mi piace un po’ meno: 35 euro forse non li vale dopo tutto. In ogni caso: Promosso.
CV: La Granna si presenta con questo titolo dalla grafica buffa e accattivante che vuole simulare l’arco di vita di una persona. L’idea non è male e la partita scivola via bene fin quando decidiamo di interromperla una volta compresi tutti i meccanismi del gioco. In sostanza si tirano dadi attraverso i quali possiamo comprare carte di vario genere con cui far crescere il nostro personaggio attraverso 4 fasi della vita. La fortuna è mitigata da effetti delle carte che ci permettono di ottenere segnalini per accedere più facilmente alla conquista delle carte. Si tratta di un gioco semplice e abbastanza veloce ma che alla fine mi lascia indifferente perché ho la sensazione che gli manchi qualcosa per essere più appetibile. Rimandato
Expedition – northwest passage: Questo era uno dei titoli che ero curioso di provare. Il genere esplorazione infatti è uno di quelli che più mi piacciono. Il gioco presenta un buon ventaglio di azioni attraverso le quali possiamo muovere la nostra nave, prendere e posizionare tasselli per esplorare l’artico, uscir con la slitta, recuperare oggetti per ottenere punti a fine partita. Molto carina la dinamica del disco solare che ghiacciando parte della plancia di gioco impedisce alla nave di muoversi ma concede alla slitta di spostarsi dove vuole ignorando le zone d’acqua: caratteristica strategica non indifferente. Alla fine non mi dispiace anche se le meccaniche di gioco mi sembrano un po’ troppo freddine e distaccate dal tema. Promosso con riserva.
Origin: trovo il tema dell’evoluzione della specie umana molto interessante e quando troviamo posto per provare questo titolo ne sono contento. I giocatori attraverso il piazzamento di pedoni che si differenziano per colore, altezza e spessore, si espandono sulla plancia di gioco che rappresenta i 5 continenti conquistando carte legate al colore del territorio che permettono di conseguire punti per la vittoria. Se da una parte materiali e concetto di gioco sono davvero molto belli, dall’altra trovo tema e meccaniche poco legati fra di loro. Mi aspettavo qualcosa di più da questo titolo. Rimandato.
Cappuccino: “ecco un gioco che sembra veloce e simpatico” mi dico quando mi accosto al tavolo del dimostratore. Lo scopo del gioco è quello di realizzare la torre più alta impilando i bicchierini di uno stesso simbolo. il gioco si rivela astratto e con pochi spunti strategici. La partita è veloce ma non mi lascia nessuna voglia di ripetere l’esperienza. Bocciato.
L’aeropostale: Asyncron Games arriva in fiera con questo titolo sul volo e consegne aeree che è davvero un bel vedere. In sostanza dobbiamo utilizzare piloti e velivoli, migliorandoli, per raggiungere zone sempre più lontane dall’Europa dove costituire maggioranze o monopoli attraverso il piazzamento di cubetti influenza nelle varie capitali. L’idea è bella, i materiali anche, le meccaniche non mi dispiacciono ma i pochi turni giocati non mi permettono di capire a fondo tutte le potenzialità del gioco che secondo me ci sono e che potrebbero emergere in una partita completa. Promosso ma con riserva.
Francis Drake: Ecco il titolo su cui riponevo grosse aspettative. Il dimostratore americano ha uno slang che fatico a seguire all’inizio ma poi alla fine mi abituo capendo così le dinamiche del gioco. Seguendo un percorso obbligato i giocatori devono scegliere cosa caricare nelle proprie navi per poter assaltare i forti e le navi spagnole e commerciare con altre isole del nuovo mondo. Le sensazioni sono piacevoli. Le meccaniche sono chiare e lineari e il turno di gioco non mostra sbavatura alcuna. E in questo lo sento molto vicino a Age of Empire III. Alla fine ho voglia di rigiocarlo e per me questo basta. Promosso a pieni voti.
Finisce qui la prima parte del mio resoconto. Del resto ve ne parlerò in un paio di prossimi articoli. ;)