I punti si contano alla fine – Recensione
di Daniel “Renberche” | I punti si contano alla fine
Titolo | I punti si contano alla fine |
Autore | Andrea Dado |
Lingua versione provata | italiana |
Editori versione provata | DV Games |
Numero lettori | 1 |
Durata lettura | 3-5 ore |
Anno pubblicazione | 2024 |
Altri titoli | – |
Meccaniche | Sequenze di parole di senso compiuto, delitto, giallo, scene di sesso, fumo |
Dipendenza dalla lingua | alta, ma è in italiano |
Prezzo indicativo (in data recensione) |
14,90 € |
Ormai è sempre più probabile che di ritorno da una Play il numero di libri acquistati sia paritario al numero di giochi portati a casa.
Andrea Dado, noto per il blog Dado Critico, è l’autore di I punti si contano alla fine, secondo titolo, edito dalla DV Games, seguito di Nel dubbio prendo risorse. Il libro è uscito in questi giorni (data articolo) e ho approfittato (nuovamente) della Play di Modena per prendermi la copia, come fatto l’anno scorso.
Dado ormai ci ha preso giusto e ci riporta nell’oscuro mondo dei giochi da tavolo, impregnato di sudore, sangue e segnalibri primo giocatore.
Ho mantenuto le stile che uso per le recensioni di giochi, così Canopus è sempre felice.
Purtroppo non sono riuscito a farmelo firmare dall’autore, ma prima o poi mi presenterò con tutta la raccolta e qualche miniature da far distruggere.
Ambientazione
La storia riprende quanto accaduto nel precedente episodio, e per questo vi consiglio di recuperare il primo volume per poi immergevi con questo. Non che non si possano leggere in ordine diverso, però è come giocare a Europe in Turmoil prima di Twilight Struggle. Sono consapevole che il 90% non capirà la metafora.
La trama si concentra su uno dei protagonisti, lo psicologo Stefano, il quale si ritroverà a collaborare con la giustizia per risolvere un caso, non certo semplice. Qualcuno infatti ha costretto la vittima, in pure stile fantozziano ma molto meno comico, a mangiarsi i componenti del gioco da tavolo da lui stesso creato.
Stefano le proverà tutte per venirne a capo, sempre però l’ardente desiderio di sapere che fine ha fatto lui…Chi? Beh non posso dirvelo, ma se avete letto Nel dubbio prendo risorse lo avrete già capito.
Anche questa volta a fare da sfondo la cornice dei giochi da tavolo, del nostro mini mondo fatto di convention, ritrovi serali e babbani convertiti alla magia ludica.
Il Libro
Immagino che dopo l’uscita di Libro e Libro 2, di Maccio Capatonda, tutti voi sappiate come sia fatto un tale oggetto e quante opzioni d’uso vi lasci. I punti si contano alla fine consta di circa 140 pagine, avvolte da una morbida, ma resistente copertura, nel quale le parole si susseguono secondo la grammatica italiana. Nella vostra libreria stare perfettamente accanto a Nel dubbio prendo risorse.
Attenzione che, come indicato, è consigliato a un pubblico adulto, non tanto credo perché c’è la parola culo, ma per la violenza estrema e brutale presente, che non poteva mancare visti i precedenti dell’autore e le sue strane abitudini a vandalizzare token durante le fiere.
Impressioni
La copertina è meno bella della precedente, forse perché non ha lo sfondo rosso ma giallo, e a chi piace il giallo come colore nei giochi da tavolo? Il typefont utilizzato è anche in questo caso a norma, l’interlinea va bene e non affatica la vista ( e dopo aver letto la trilogia de La Prima Legge raccolta in un unico volume qualsiasi cosa è più semplice). Lo dimensioni sono contenute, e il prezzo è rimasto lo stesso.
La dimensione del riquadro interno è ampia, tanto da contenere il segnalino del premio Goblin Magnifico 2024, che spero ognuno di voi abbia preso allo stand della Tana. Altrimenti se fate le linguette vengo personalmente a rimproverarvi.
La carta è di buona qualità e non necessità di essere imbustata. Lo stesso dicasi per la copertina, anche perché il libro si rovina!
L’ambientazione questa volta è più intima, ma trasuda il puzzo di nuovo delle scatole, di segnalini e gettoni, nel mezzo di eventi da vita comune. Oddio, non proprio tanto comune mi auguro. Metti che Uwe non avrebbe problemi a mangiare componenti di qualche suo gioco se in versione deluxe (io per esempio mi sto attrezzando di usare per Hallertau il luppolo reale)
Ci sono delle cose che a mio parere però stridono un po’ con il vero mondo dei giochi da tavolo. Per esempio quanto è probabile andare a una serata ludica per finire sul retro di un’automobile a fare fiki-fiki con una ragazza? Dai su Dado, non finirmi nello spicy eh.
Le regole acquisite negli anni legate all’usabilità della lettura dovrebbero bastare. Si gira la prima pagina e si comincia a leggere dall’alto in basso, da sinistra verso destra; non è quindi un manga e non ci sono figure. L’autore è comunque sempre ben disposto a rispondere a chiarimenti, anche a stringervi la mano, letteralmente, con una pinza.
La meccanica base è la stessa della maggior parte dei libri: si apre e si leggono le parole in ordine. Durante questo si dovrà intuire cosa sta succedendo o lasciarsi guidare dall’autore verso la risoluzione di un mistero.
Il fattore alea è praticamente assente.
Nulla, nemmeno si gioca. Però potete provare a leggerlo in un club di libro e vedere chi capisce prima il finale. O anche chi arriva prima all’ultima pagina, o magari dare un premio a colui o colei che per primo risolverà il caso.
Come molti di questi prodotti, per esempio fiammiferi, giochi legacy, Stationfall, carta igenica, una volta finita l’avventura, o l’esperienza specifica, saprete il finale e non vorrete più giocarci. Va detto che si può leggere più di una volta, e se siete deboli di memoria magari non ricorderete come va a finire. Per esempio il sottoscritto quasi non ricordava nulla del precedente libro, come anche di ogni libro letto d’altronde. Però si ricordava di aver già scritto una recensione di un altro libro prima e ne ha fatto buon uso.
Per quanto sia possibile leggerlo ad alta voce in una sala gremita (sconsiglio alla Play), il libro si apprezza al meglio se letto da soli, in un ambiente tranquillo, magari su una comoda poltrona o a letto la sera. Un solitario perfetto tipico prodotto da post-pandemia.
Conclusioni
I punti si contano alla fine, secondo romanzo di Andrea Dado, è un libro, una storia, sempre da leggere tutta d’un fiato. Se non siete divoratori di libri sono poche pagine, lo stile è scorrevole, pesa poco quindi è anche portabile.
Sono come sempre contento di averlo preso e spero l’autore ne faccia altri. Ancora una volta rilancio per il romanzo storico a tema Agricola, dove le storie di un gruppo di famiglie contadine si intrecciano quando vanno a raccogliere la legna. Apprezzo però i riferimenti a Uwe e gli spunti messi qua e là della storia qui descritta, un buon passo avanti. Chissà se il prossimo sarà blu o verde in copertina.
Quest’anno non ho visto magliette associate, nemmeno altri gadget. Peccato. EDIT: invece c’erano, è l’autore dell’articolo che non si accorge di ciò che gli sta attorno.
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Storia coinvolgente | Qualche elemento poco veritiero |
Molti riferimenti al mondo dei giochi da tavolo | Letto una volta si conosce il finale |
Scrittura lineare e scorrevole | Dipendenza dalla lingua molto alta |
Adatto anche ai neofiti | Meccaniche note |
Dimensioni adatte a ogni tipo di libreria e perfetto da affiancare al precedente | Assenza di miniature, ma anche dadi e cubetti. Nemmeno la scatola c’è o uno straccio di busta come i giochi Folio Series della Decision Games. |
Ho dedicato un articolo generale a dei titoli dedicati al mondo dei giochi e del giocare che potete leggere qui, spero di aggiornarlo a breve visti i numerosi nuovi ingressi. Stay tuned! (se vi interessa non solo giocare).