Sfide possibili #7 – Gloomhaven vs Bloodborne – Colpo su colpo
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Materiali
Qui è decisamente vincere facile. Ma sinceramente è difficile perdere contro Gloomhaven su questo punto. Il numero uno di bgg presenta degli errori grossolani a livello di componentistica. Partendo dalle tessere che compongono il “dungeon” che non combaciano alla perfezione, per terminare con delle miniature un po’ “piatte” (nel senso che sembrano proprio dei manichini in piedi). Poi vogliamo mettere dettagli tristi e fastidiosi come, giusto per fare un esempio, il fatto che se evocate un famiglio piazzate un banale discetto di cartoncino viola sul tabellone? Bloodborne avrà anche dei colori cupi, ma le illustrazioni sono fenomenali e le miniature dei nemici… gli occhi di un esperto come Maledice notano delle sbavature, ma per me sono bellissime. Punto per Bloodborne.
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Ambientazione
Non è facile fare un confronto simile, soprattutto per il fatto che Bloodborne eredita l’ambientazione articolata del videogioco, quindi parte decisamente in vantaggio. Per una simile valutazione mi baserò sulle reazioni dei miei compagni di gioco. Non sono un grande fan dei papiri da leggere, quindi non mi abbattono poche righe di descrizione di una missione o incontri durante i viaggi descritti brevemente su una carta. Anzi, trovo tutto questo una ottimizzazione dei tempi di gioco in Gloomhaven. Dall’altra parte, se devo essere sincero ed imparziale, vedo che i miei compagni di gioco preferiscono un tasso di immersione maggiore, descrizioni di avvenimenti, misteri e sensazioni. Bloodborne, nonostante le carte spesso non siano chiarissime e siano scritte in un inglese che rasenta l’aramaico, offre questa sensazione e si guadagna il punto.
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Interazione tra i giocatori
Se Bloodborne è un cooperativo puro e vecchio stile, Gloomhaven è… più o meno cooperativo. Da questo punto di vista il titolone di Isaac Childres sa quello che fa. Se vi sembra innaturale che in un gruppo di avventurieri, tenuto insieme dal mutuo interesse e secondi fini, non sia possibile dividere i bottini, essere certi della pianificazione di ogni mossa dei membri del gruppo e avere obiettivi segreti personali; sappiate che è una scelta di stile chiara e volta ad evitare un fenomeno molto fastidioso: il giocatore alfa. Questo molesto dittatorello, insito in modo più o meno marcato nell’animo di ogni player, ha la tendenza di farsi vivo durante i cooperativi creando grande irritazione.
Quindi vuoi mettere il poter rispondere al rompiscatole di turno “ho dovuto giocare questa carta perché… beh, sono affari miei”? E ci riesce senza compromettere le possibilità di coordinazione. Il cuore della pianificazione di Gloomhaven sta nel giocare carte in segreto in base alle azioni che si desidera compiere, una delle due carte fornirà il valore di iniziativa per l’ordine di turno, anche rispetto ai nemici, che in questo gioco è fondamentale.
Questo non impedisce di avvisare i compagni di squadra se si sarà veloci o lenti, dove si andrà per fare cosa, se ci si riposerà e se si caricherà di mana l’atmosfera per fornire assist agli altri giocatori. Che poi lo si faccia effettivamente è un altro paio di maniche, dato che monete e oggetti servono a far crescere il vostro personaggio, per non parlare dell’obiettivo segreto. Bloodborne prevede di tenere 3 carte in mano, pure scoperte. Niente da fare, punto per Gloomhaven.