Detective: sulla scena del crimine | Recensione
| Impressioni
La grafica è minimale, ma in linea col gioco, troverete soprattutto tanto testo ed eventualmente immagini relative al caso. Come componentistica le carte sono di buona fattura e non necessitano a mio avviso di essere imbustate, visto che non andranno mescolate. Una chicca sono le ziplock simil porta prove che serviranno eventualmente per contenere delle carte. Il box interno è studiato per contenere le carte suddivise per caso, in modo da evitare spiacevoli mescolamenti. Purtroppo l’edizione italiana presenta davvero tanti refusi nel testo e questo ne abbassa a mio avviso un po’ la qualità, una maggiore revisione non avrebbe fatto male, per quanto capisca i tempi stretti per aver permesso l’uscita del gioco in pratica contemporanea con le altre edizioni.
Il gioco vive di ambientazione, la storia lo impernia in tutto, nel bene e nel male. Nel bene perché se sarete presi dal gioco farete fatica a staccare il cervello durante il caso, vi sentirete davvero dei detective (almeno per quanto riguarda l’immaginario comune) intenti a risolvere casi complessi e intricate trame, nel male perché vi ritroverete a leggere testo e testo di storia di gioco, ovvero cose del tipo “vi trovate davanti lo sportello e l’impiegata vi guarda con i suoi occhi stralunati, attorno a voi gente di ogni condizione entra ed esce, …” insomma testo puramente ambientativo che per taluni potrebbe risultare un po’ pesante. Ho trovato l’intreccio tematico della storia presente molto interessante e davvero ben studiata, si vede che oltre alla mano dell’autore principale (Ignazio per me sta diventando una garanzia) ci sono dei veri scrittori di racconti (storyteller nel termine in voga adesso). La parte che maggiormente stona con l’ambientazione è il fatto che sarà possibile, anche se a vostra scelta, rifare un caso, di conseguenza inizierete già con delle informazioni acquisite, un po’ come ritornare indietro nel tempo.
Nota a mio avviso un po’ dolente. Il regolamento base tutto sommato è ben fatto, quello degli scenari un po’ meno, visto che vi capiteranno delle situazioni di dubbio che in un gioco del genere sono deleterie dato che rischiano di darvi delle informazioni sul caso non richieste. Questo l’ho notato in particolare nell’ultimo scenario; vanno inoltre segnalati per quest’ultimo almeno due errori abbastanza importanti, uno dei quali pregiudica il corretto svolgersi del caso. Spero che la casa italiana risolva questo problema in qualche modo.
Parlare di meccaniche per un gioco del genere è poco sensato, più che altro ciò che conta è la struttura della campagna e dei casi. Rispetto al suo grande predecessore, ovvero Sherlock Holmes Consulente Investigativo qui abbiamo una struttura più complessa. In Detective dovrete ragionare sul singolo caso di volta in volta tenendo conto che certe informazioni vi potranno risultare utili nei casi successivi. Si sente molto il fatto che il tutto è strutturato per una campagna. Sarà fondamentale prendere appunti ordinati, giocare con una certa periodicità e dedizione senza farsi prendere dalla fretta.
Sull’approccio alle singole avventure vi è un elemento di novità che è dato dalle condizioni iniziali e dal fatto che particolari regole potranno cambiare, e il modus operandi che avete utilizzato per un caso non potrà essere utilizzato in un altro. Questo aspetto mi ha particolarmente colpito perché ha aiutato maggiormente ad immergersi nell’atmosfera e costringe i giocatori ad adattarsi alle situazioni del momento. Non posso dire di più su questo aspetto perché rischierei di spifferare qualche informazione non voluta. Mi preme però segnalare come in Detective, diversamente da Sherlock, i casi e le loro risoluzioni siano molto più veritiere e, passatemi il termine, sensate. Ricordo ancora casi di Sherlock al limite dell’assurdo come elementi da notare mentre qui si è molto più pragmatici e oserei dire scientifici. L’uso poi del database online è per me un tocco in più davvero interessante, anche perché potenzia enormemente il bacino di informazioni a disposizione, aumenta l’interazione tra gioco e giocatori, in particolare col sistema delle prove che possono essere messe a confronto per scoprire nuovi elementi. Una che invece non mi ha convinto molto è quella di organizzare il gioco come se di base ci fosse un solo investigatore o comunque che il team di investigatori si muova in maniera unitaria; quindi non sarà possibile, in caso si giochi in più di uno, dividersi le piste o fare ricerche separate.
Come in tutti i cooperativi il rischio del giocatore alpha si può soffrire perché c’è sempre una sola decisione da prendere ogni volta, però la mole di informazioni da tenere sott’occhio e il fatto che servono diverse figure al tavolo smorzano un po’ questo problema. La discussione e l’interazione sono tutto, si deve lavorare come una squadra unita altrimenti si perde e si resta bloccati. Escludete a priori giocatori che, oltre a non piacere questo tipo di giochi, non apprezzino la narrazione al tavolo.
Il punto potenzialmente tra i più dolenti del gioco, in quanto ogni scenario una volta completato con successo non avrà più senso ripeterlo, visto che ne sapete la soluzione. Il discorso in realtà è un po’ più complesso. Innanzitutto quando fallite un caso, in particolare se lo fate in malo modo, vi sarà proposto di rifarlo e probabilmente sarete tentati. Questo per avere un quadro della situazione generale più completo. Poi non escludo che vi possa interessare scoprire le diverse vie che il gioco propone per arrivare alla soluzione generale, magari per capire se la pista da seguire è una o siano molteplici. Comunque di base resta un gioco dove dopo cinque partite potrete consideralo finito. Cinque partite che con buona probabilità vi saranno durate tre ore ciascuna, quindi avrete almeno un quindici ore di gioco garantite, sempre che non decidiate di rifare i casi falliti. Sono già previste diverse espansioni.
Data la particolarità del gioco tutto dipenderà dal gruppo: potrà scalare benissimo in cinque se siete affiatati o risultare il caos in caso contrario. Si può giocare benissimo in solitario e godersi i casi in tranquillità o giocarlo in cinque lavorando più come vero gruppo investigativo.
| Conclusioni
Potrà suonare panegirico ma per me Detective: sulla scena del crimine è l’erede degno di Sherlock Holmes Consulente Investigativo, un gioco che ho amato a suo tempo, e il titolo che finalmente da al genere nuova linfa dopo alcune deviazioni non così entusiasmanti, in particolare quelle che hanno portato alla creazione dei vari TIME Stories, Unlock, etc., sicuramente filoni più orientati al deduttivo che all’investigativo ma che speravo potessero ridarmi le sensazioni avute con Sherlock. Molto dipenderà dalle storie che verranno prodotte ma per ora questa prima campagna mi ha davvero soddisfatto. Personalmente vince anche il paragone con Chronicles of Crime, anche se la mia esperienza con quest’ultimo titolo è assai limitata e mi sono basato su quanto riferito da altri miei compari di tavolo. Concludendo se amate il genere non potete non avere questo gioco, anche se dovete armarvi di pazienza, tempo e calma, penne e computer, qui non avrete un gioco da semplice serata ma un titolo da portare avanti con dedizione per tutto il tempo che richiederà. Ah personalmente mi ha sempre fatto schifo la serie tv CSI…
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Singoli casi uniti da un’unica campagna | Testo d’ambientazione a volte un po’ ripetitivo |
Interessante interazione col database online | Regolamento un po’ lacunoso |
Molti elementi di analisi e discussione, situazioni mai banali | Presenza di diversi refusi testuali |
Presenza del tempo nel gioco | Possibili situazioni di stallo |
Ottima resa anche in solitario | Mancanza della possibilità di dividere gli investigatori nel gioco |