Kill Doctor Lucky – Recensione
Conclusioni
Grafica e componentistica
Le pedine sono buone e funzionali, anche se non molto evocative. Decisamente gradevoli i fiaschetti magnum che vengono usati dai giocatori per contrassegnare i loro personaggi all’interno delle sale di Villa Lucky, il grosso segnalino Doctor Lucky e il disco grigio necessario a giocare alle varianti del Cane e del Gatto, tutti di legno verniciato. I colori si distinguono senza particolare difficoltà e la vernice ha resistito bene a qualche rocambolesca serata in pub.
Le carte sono solide e si fanno strapazzare senza lamentarsi. Va detto comunque che il mazzo di pesca non va più mescolato dopo il setup, il che dovrebbe notevolmente ridurne l’usura nel tempo. Vi è la presenza di testo necessario al gioco sulle carte, sia su quelle “Movimento” che su quelle “Arma”. Un piccolo rammarico da parte mia è che l’editore americano avrebbe potuto evitarla, semplificando tra l’altro la possibilità di giocare le carte “Movimento”, scrivendo il numero della stanza di destinazione sulla carta. Va sottolineato comunque come ogni carta di questo tipo riporti l’illustrazione della pavimentazione della stanza a cui conduce, collegandosi alla sua destinazione anche in maniera grafica. Le grafiche sono dichiaratamente d’epoca, un elegante eco belle epoque reso chiassoso solo da qualche rara illustrazione grossolana. I colori pastello e le tinte beige delle carte ben rendono la serafica serenità di chi s’appresta all’ora del tè con l’arsenico nella pochette e una freddura sulle labbra. Il tabellone è solido e chiaro. Ogni stanza è facilmente leggibile e il design rende intuitiva la meccanica della visione delle stanze. Sono rimasto un po’ deluso dal fatto che la copia che ho utilizzato per questa recensione avesse un difetto di stampa che impedisce di piegare il tabellone al fine di giocare con un unico piano della villa, dimezzando lo spazio occupato in una partita a due giocatori. Spero sia un difetto esclusivamente della mia copia.
Ambientazione
Il gioco ci presenta un’ambientazione a metà strada tra i romanzi di Agatha Christie e Ladykillers dei fratelli Coen, ben resa dall’ironico flavour text delle carte e dalla grafica vintage che caratterizza tutto il gioco. Tutto ciò rende paurosamente godibile una tematica che qualcuno potrebbe trovare scomoda come il progettare l’omicidio di un filantropo. Ciascuna carta personaggio è sempre dotata di un lato maschile e di uno femminile. Entrambi sono dotati di una rappresentazione grafica del personaggio, corredata da un breve background. Questo breve paragrafo biografico descrive le vicende personali che hanno condotto il personaggio a Villa Lucky senza far mai mancare l’ironia che contraddistingue l’esperienza di gioco e talvolta (ma non sempre) spiega il movente che spinge il personaggio all’omicidio del Dottor Lucky.
Regolamento
Il regolamento è breve e ben scritto. Otto colonne su due fogli A4 che intervallano l’illustrazione delle meccaniche a frasi volte a far entrare i giocatori nella dimensione ironica del gioco.
Non ho avuto particolari difficoltà ad apprendere o ad insegnare il gioco.
Giudizio personale
Nato come un’ironica reinterpretazione del Cluedo, questo simpatico gioco da tavolo per famiglie sull’omicidio a sangue freddo, crea un elegante combinazione di meccaniche take-that, movimento lineare e humor britannico, collocandosi egregiamente sullo scaffale degli introduttivi della mia ludoteca.
L’interazione tra i giocatori è prettamente negativa, cosa che può far storcere il naso a molti, ma che non impedisce al giusto gruppo di giocatori una scorpacciata di risate al vetriolo. È infatti un gioco senza ammortizzatori od edulcoranti, la gratifica concessa ad uno viene inevitabilmente scaricata sulla frustrazione di un altro. Esempio lampante di questo è il cosiddetto “Lucky Train” che potrebbe portare ad un prolungamento del down-time subito da chi non anticipi la scia del dottore. Va detto comunque che la rapidità dei turni di gioco evita che si diluisca troppo il divertimento del gioco, le scelte sono quasi sempre molto rapide, anche nei giocatori che talvolta possono essere colti da paralisi da analisi.
A questo punto tuttavia devo fare una precisazione: io ho avuto la possibilità di provare il gioco solo in due e quattro giocatori, quindi non ho esperienza diretta delle possibili conseguenze che il “Lucky Train” può avere in una partita con sei o otto giocatori. Posso tuttavia immaginare che, se i giocatori stanno attenti, ci saranno più possibilità di interrompere la successione di turni piazzandosi in una delle stanze sul cammino del dottore.
Ad impedire una durata eccessiva della partita, di cui va tenuto conto a maggior ragione in una partita a sei/otto giocatori, è il fatto che una volta finito il mazzo di pesca cessi la possibilità di pescarne altre. Il gioco prevede infatti che si “Spengano le luci!”, qualsiasi regola sulla visuale a quel punto cadrà, permettendo ai giocatori di uccidere il Dottore anche qualora si sia visibili da altri giocatori.
La longevità del gioco a mio parere potrebbe costituire una nota dolente, dopotutto i giocatori e il dottore partono sempre dalle stesse stanze e l’unica variabilità della partita sarebbe determinata dalle carte in mano ai giocatori e da come decidono di usarle durante la partita. Va detto comunque che all’interno della scatola sono già presenti due varianti e un tabellone alternativo, una delle quali è stata trovata molto divertente sia da me che da chiunque si sia seduto con me al tavolo: Fuga da Villa Lucky! In questa variante, che parte immediatamente dopo la fine di una partita standard, la villa diviene il set di un film horror in cui i giocatori lotteranno per essere gli unici sopravvissuti del fantasma vendicativo del dottore defunto, scappando da questo e uccidendo qualsiasi altro giocatore che si frapponga sul loro cammino.
Come reso evidente anche da quest’ultima variante, la tematica del gioco potrebbe non essere il pane quotidiano di tutti, rendendolo meno appetibile a un pubblico eticamente sensibile. Questa era anche la mia preoccupazione quando mi sono seduto al tavolo, ma il testo delle carte e l’ironia che aleggia per le ali meschinamente borghesi della villa mi hanno impedito di prendere seriamente le implicazioni etiche di quello che rimane un ottimo introduttivo (che tuttavia non definirei family).
Una nota tiepida mi sento di riservarla alla possibilità di giocare questo gioco in due giocatori. Le regole prevedono in questo caso una variante che porta a giocare con due dummy players. Questi giocatori fittizi si muovono su un percorso prestabilito, ma possono essere mossi dai giocatori stessi attraverso l’uso di carte movimento e possono altresì uccidere autonomamente il dottore, impedendo ai giocatori di vincere. Io personalmente non l’ho trovata particolarmente godibile e non la proporrei ad eventuali coppie in tandem durante le serate ludiche. Mi sento quindi di sconsigliare il gioco a chi finirebbe col giocarlo principalmente in due, ma questo è il mio personale parere.
In conclusione è stata un esperienza di gioco stimolante anche per un giocatore solitamente avvezzo a titoli più impegnativi come me, che mi ha portato a vivere per quarantacinque minuti in un passato lontano dalle pianure del multiplayer solitarie del presente, quando il dizionario del “giocosamente corretto” non era stato ancora scritto.
Credo non passerà molto prima che apra nuovamente la scatola di Kill Doctor Lucky. Sarà allora che un gruppo di sconosciuti armati di birra in un pub, scoprirà la gioia di organizzare l’omicidio di un vecchio filantropo combinandosi bastardate a vicenda … mentre fuori regna la nebbia.
Pro |
Contro |
Gioco leggero e spassoso, perfetto per una serata in pub tra amici. |
Ho trovato poco riuscita la variante per 2 giocatori. |
Regge fino a 8 giocatori con un’esperienza di gioco che non è da Party Game. |
Il pubblico più eticamente sensibile potrebbe trovare la tematica di cattivo gusto. |
Cercate altri party game? Gioconauta ne propone un bel po’ per voi!