Paper Tales: raccontare una storia attraverso il draft
di Luca “Maledice”
Al giorno d’oggi è difficile attirare l’attenzione anche solo su se stessi. Se oggi corressi in mezzo alla piazza davanti a casa mia gridando come un pazzo che “Talisman non è un gioco dell’oca”, gli abitanti non mi darebbero nemmeno retta, forse qualche video col telefonino e al peggio potrebbe passare qualcuno rispondendo: “Muori tu e i tuoi American”. Nei giochi da tavolo la questione è identica: se vuoi attirare l’attenzione non basta gridare alla grafica e materiali fighi, servono cuore, passione e una botta di culo. Ed ecco che su questa bilancia compare, in linea con Essen, questo Paper Tales, che inizia “gridando” con una nuova grafica d’avvero accattivante e originale…
Paper Tales è un gioco di carte da 2-5 giocatori della durata media di 30 minuti. I giocatori sono chiamati a raccontare le vicende del proprio reame, riscrivendo la storia a proprio vantaggio per guadagnare più punti Leggenda di tutti. Queste storie vengono raccontate attraverso 81 carte Unità. In aggiunta ogni giocatore avrà a disposizione 5 personali carte costruzione (a doppia faccia per indicarne il livello), che saranno gli edifici chiave del regno. Ovviamente ognuna di esso avrà una abilità specifica da utilizzare al meglio.
Il gioco si sviluppa in 4 round veloci dove i giocatori simultaneamente (così dice il manuale) posso svolgere 6 fasi. La prima è la fase di reclutamento dove il draft fa da padrone. Ogni giocatore si pesca 5 carte unità e ne prende una per sè, passando il resto del mazzetto al giocatore di sinistra e così via, fino a esaurimento scorte. La seconda fase è di schieramento, che come avete già intuito permette di giocare carte unità coperte nel proprio regno. Attenzione però, si può conservare solo una carta in mano e quando tutti i giocatori hanno piazzato le carte coperte nei posti liberi del regno si girano simultaneamente (ah ecco perchè) e se ne paga il costo. Non ci sono divieti sul bluff, se uno non può pagare, scarta semplicemente le carte che non può permettersi. Subito dopo arriva la fase guerra. Se vi state esaltando come ho fatto io, restate calmi, niente dadi, eserciti o qualcosa di nuovo. In pratica, alla 7 Wonders, ci si confronta con i vicini per vedere chi ha più forza militare e il vincitore prende 3 punti. Unica differenza con il gioco della Repos (Asmodee), è che anche i pareggi di forza sono considerati vittoria. Arriva poi la fase del reddito, dove si incassano 2 monete di base, più tutte quelle fornite dalle carte messe in gioco precedentemente. La fase 5 da’ il via ai costruttori e permette di dar sfoggio di architettura, migliorando uno dei 5 edifici che aveva preso all’inizio o semplicemente in termini di gioco si gira la carta sul lato B. La fase 6 è forse quella più interessante, ed è il logoramento, durante il quale tutte le unità invecchiate (quelle che hanno sopra un token terza età) passano ai campi elisi, mentre le altre iniziano ad invecchiare (si mette sopra il token terza età). E io che mi lamento che il tempo vola, in questi regni butta davvero male.
E adesso che abbiamo visto che questo gioco è soltanto una piccola evoluzione di quel 7 Wonders che anni fa convinse mezzo mondo a pensare al miracolo, rimango come voi un po’ perplesso. Interessante assolutamente il discorso della costruzione e evoluzione degli edifici che possono dare al gioco un interessante marcia in più. Ancora, fantastico il fatto che quasi ambientando la storia, gli eroi e i fatti del regno invecchiano finendo col tempo nel dimenticatoio delle carte scartate, ma questo filler davvero mi lascia perplesso. Certo è un gioco che uscirà solo a fine settembre e sulla carta (o paper in questo caso) ha tutto in ordine. Regole assodate e un meccanica solida come il draft ma in fatto di osare siamo veramente allo zero assoluto. Del resto stiamo parlando dell’autore di Welcome to the Dungeon, un gioco se pure classico ma dal forte mordente. Quindi spero di sbagliarmi per poi scoprire che gli effetti delle carte saranno fantastici e ci troveremo ad una svolta storica senza precedenti che Gloomheaven in confronto è solo una marca di colla famosa. Oppure ci troviamo davanti a un pazzo che grida con un grafica accattivante e uno che passando gli risponde “Muori tu e il tuo 7 Wonder”. Ai posteri il compito di raccontare questa storia di carte.
P.s.: non so se uscirà in italiano ma la dipendenza dalla lingua è minima