Sukkube – Recensione

di Davide “Canopus”

Titolo Sukkube
Autore René Capuzzo
Lingua versione provata Italiano
Editore versione provata Apokalypseinc
Altri editori
Numero giocatori 1 / 6
Durata partita 25 / 50 minuti
Anno pubblicazione 2015
Altri titoli
Meccaniche Gioco astratto, gioco di carte
Dipendenza dalla lingua Nessun testo nel gioco
Prezzo indicativo (in data recensione) Tra i 20 e i 25€

Una succube è una figura mitologica proveniente dall’antica Roma e rappresenta un demone che seduceva uomini allo scopo di un accoppiamento selvaggio, fortunati gli antichi romani. Ora, non ho ben capito, e google non è stato d’aiuto, perché se al posto delle C ci metti delle K dovrebbe saltare fuori qualcosa che ha a che fare con il circo, ossia l’ambientazione teorica di questo titolo. Sukkube, come il precedente titolo da me trattato della Apokalypseinc, ossia Ophiuchus, è un gioco decisamente e totalmente astratto che da il massimo in due giocatori (o in questo caso pure come sfida in solitario) ma riadattato ad una compagnia più numerosa. La cosa che mi ha colpito appena ho visto questo titolo è stata la scatola. Parliamo di un cubone di più di 12 centimetri di lato e che entra di prepotenza a far parte delle meccaniche di gioco, in quanto andrà continuamente “rivoltato” da una faccia all’altra a seconda delle carte giocate dai giocatori. Altra cosa che vorrei subito mettere in evidenza è che Sukkube sembra un gioco leggero e tranquillo, ma a dispetto delle apparenze trasforma una meccanica al limite del banale in un rebus molto complicato e con un ventaglio di possibilità elevatissimo. Ma vediamo che meraviglie nasconde il cubone…

Ambientazione

Vi riporto testuali parole prese dal regolamento: “un gioco per forzuti, domatori, presentatori, leoni, clown e ballerine”. Stop! Niente di più. Si sente l’odore d’astratto solo all’apertura del cubone.

Materiali

Cubone (Kube per gli amici)

Sukkube - Kube

Cubo di più di 12cm di lato e di cartone molto rigido e foderato internamente di carta rossa, dal punto di vista del materiale e la cura estetica è un componente di ottima qualità. La faccia destinata come apertura presenta una piccola linguetta rossa di stoffa rossa da utilizzare come leva. All’interno i restanti componenti di gioco occupano una piccola porzione di spazio. Esteticamente il colore prevalente è il verde dello sfondo e ogni faccia presenta un’illustrazione di un personaggio circense, come il leone o il forzuto, realizzati in grafica piuttosto piatta e old-style. Ogni faccia del dadone presenta anche una piccola freccia azzurra lungo il lato come punto di riferimento per le direzioni di rotazione (praticamente si piazza il cubo con la freccia come se uscisse dal vostro petto ed eseguite la rotazione della carta giocata).

Carte

Sukkube - Carte

30 carte formato standard (lo stesso di Magic) e divise in tre gruppi da 10 per colore. Ogni carta riporta in grande su sfondo bianco un simbolo stilizzato appartenente ad un artista circense, gli stessi simboli si possono vedere raffigurati con i personaggi sulle facce del cubone. In alto a sinistra si trova una piccola icona colorata che riporta il tipo di rotazione da far eseguire al cubone, queste possono essere o rotazioni su un lato o veri e propri capovolgimenti.

Altro

Sukkube - Altro

Completano la dotazione:

·         6 gettoni segnapunti in cartoncino circolari con il simbolo stilizzato corrispondente all’artista circense in bianco su sfondo rosso.

·         6 talloncini personaggio in cartoncino spesso con raffigurati i 6 artisti circensi. Avviso che per farli stare in piedi serve una piega lungo una linea tratteggiata non semplice da fare con precisione dato lo spessore del materiale.

·         Regolamento piegato su se stesso in modo tale che, anche grazie alle illustrazioni presenti, sembri un biglietto del circo. Su un lato del regolamento si trova stampato il tracciato segnapunti in caselle tonde da 0 a 5. Anche in questo caso ci si trova una linea tratteggiata che suggerirebbe una piega o uno strappo per separare segnapunti dal regolamento, lo sconsiglio caldamente perché dietro di questo sono stampate parte delle regole. Inoltre segnalo anche che il segnapunti riporta le stesse pieghe del regolamento causando facilmente lo spostamento dei gettoni segnapunti piazzati sopra.

Setup e regolamento

Rapidissimo setup che occuperà pochi minuti della vostra esistenza e si esaurisce semplicemente nel consegnare ad ogni giocatore un talloncino raffigurante il personaggio circense che andrà ad impersonare. Aspetto interessante è il fatto che si dovranno posizionare sul tavolo tutti i talloncini, non solo quelli assegnati ai giocatori, infatti la partita è giocata sempre in 6 e nel caso in cui i giocatori siano meno i posti mancanti saranno occupati da bot automatici. Per ogni giocatore e bot sono distribuite in modo casuale 5 carte scoperte. Nel caso dei bot le carte sono piazzate in fila a formare una sequenza in cui andranno giocate senza possibilità di salti o inversioni. Infine, si posizionano i sei gettoni segnapunti dei giocatori umani sullo 0 del percorso segnapunti.

Il regolamento è chiaro e preciso e le regole sono spiegate tramite elenco numerato. Poche illustrazioni ma non se ne sente il bisogno di ulteriori, mentre sono praticamente assenti gli esempi. Le regole si spiegano anche esse in pochi minuti e con l’ausilio di pochissimi esempi.

Meccaniche

Sukkube - SetupLa partita a Sukkube si divide in manche. Ogni manche assegna un punto al giocatore il cui personaggio corrisponde a quello raffigurato sulla faccia del Kube rivolta verso l’alto a fine manche; ossia nel momento il cui il giocatore di turno o il bot ha finito le carte o non è in grado di giocare carte in base alle regole. Alla fine di ogni manche si riconsegnano a tutti i giocatori e bot 5 carte come nel setup e si procede continuando la partita finché un giocatore umano non raggiunge per primo i 5 punti, venendo così dichiarato il vincitore. I bot non guadagnano punti vittoria. Il giocatore il cui personaggio al termine della manche è situato nella faccia inferiore del kube e denominato Sukkube (ecco da dove salta fuori il nome del gioco) e sarà il giocatore iniziale nella eventuale prossima manche.

La meccanica di gioco è in realtà semplicissima, se non banale. Il sukkube alla prima mossa, o il giocatore il cui personaggio è rappresentato sulla faccia rivolta verso l’alto del cubone per le mosse successive, sceglie una carta e la gioca causando la conseguente rotazione del kube. Unici vincoli di gioco sono:

Non giocare una carta che esegue una rotazione opposta del kube rispetto a quella appena giocata, per esempio rotazione in alto dopo che è stata giocata una rotazione in basso. Se non si è in grado di farlo la manche termina immediatamente

– Almeno che non si abbiano altre scelte, si è obbligati a giocare una carta che esegue una rotazione diversa da quella appena giocata. Per esempio non giocare una rotazione a destra se il kube ne ha appena subita una, almeno che non siano rimaste in mano solo carte con rotazioni a destra o a sinistra, ma questa seconda, se giocata, violerebbe la regola precedente.

I bot non seguono queste regole e eseguono le loro azioni nella sequenza in cui le carte sono piazzate davanti a loro. Inoltre, sia umani che bot, se si gioca una carta dello stesso colore di una carta appena giocata il movimento viene raddoppiato. I disegni sulle carte non hanno alcun scopo pratico se non il fatto che ad ogni simbolo corrisponde sempre lo stesso tipo di rotazione: per esempio, per il bastone rotazione verso sinistra, per il cerchio della ballerina rotazione verso il basso, per i pesi del forzuto rotazione verso l’alto e così via. Come detto si procede finché un giocatore umano o bot non termina le carte o un giocatore umano non ha più mosse valide.

Sukkube - Esempio di giocoPossiamo già trarre alcune conclusioni. Per prima cosa, in una partita in solitario Sukkube diventa un rebus, una vera sfida deterministica contro se stessi in cui si pianificano le carte da giocare in base alle azioni programmate dei bot, in modo tale da far terminare la manche con il proprio personaggio nella faccia rivolta verso l’alto. E’ ovviamente consentita e raccomandata la pianificazione a lungo termine. Roba da doversi aiutare con una simulazione in Excel. Mentre nel gioco uno contro uno, o due squadre di giocatori, diventa una sfida al “possesso di palla”, in cui si cerca di far giocare il meno possibile l’avversario, o gli avversari, sfruttando i bot in azioni a catena per tornare a giocare carte e passando la mano al nemico solo per metterlo in stallo e lasciarlo con solo mosse valide che ci consentano di giocare. Anche in questo caso una sfida completamente deterministica, avvincente e di altissima complessità considerando la molteplicità di variabili da considerare. In tutti gli altri casi, partite a tre o più giocatori, tutti contro tutti o tre squadre, il gioco diventa totalmente ingovernabile togliendo la bellezza della sfida matematica, non è permessa nessuna panificazione sul breve o lungo termine, e la sensazione che si assapora è quella di giocare carte quasi a caso e conseguente noia mortale.

Il regolamento prevede anche diverse varianti. Sicuramente la variante più interessante è il gioco in due squadre per partite con più di due giocatori, 2 contro 2 o 3 contro 3, anche altre varianti che prevedono l’utilizzo di 2 personaggi per giocatore, e 10 carte in totale, sono piuttosto divertenti, a patto di giocare in due e mantenere l’aspetto deterministico del titolo. Varianti a 3 squadre o che prevedono in alcuni casi di pescare carte in modo casuale da un mazzo le trovo molto poco interessanti in quanto rendono caotico e incontrollabile il gioco con gli effetti descritti precedentemente.

Conclusioni

Grafica e componentistica Il kube, o cubone come l’ho simpaticamente ribattezzato, è sicuramente la componente più interessante del gioco. Non solo perché è la scatola ed entra a far parte completamente della partita, ma anche perché è realizzata con cura e attenzione, inoltre la grafica è, a mio parere, molto bella. Lasciano un po’ a desiderare, piuttosto, la realizzazione delle carte. Queste hanno decisamente uno spessore insufficiente per i miei gusti e l’informazione più importante, ossia come ruotare il kube, è relegata ad un angolino della carta mentre il resto è occupato sostanzialmente da un’immagine di pochissima importanza. Nelle prime partite, finché non si connette immagine a tipo di rotazione, questo aspetto è un ostacolo alla comprensione del gioco. Inoltre, anche se l’idea di un segnapunti di carta non mi spiace minimamente, questo, seguendo le pieghe del regolamento, finisce per non essere perfettamente piatto e basta pochissimo per spostare i dischetti segnapunti. Altro aspetto da non sottovalutare assolutamente è che la scatola, per quanto un cubo di “solo” 12 cm di lato, è poco propensa al trasporto. Anche se non enorme in una borsa occupa praticamente lo spazio di due giochi con scatole di medie dimensioni, in uno zainetto, con altre cose dentro, tipo libri o panini, finisce per occupare praticamente tutto lo spazio utile residuo. Tenete anche conto che il materiale di gioco al suo interno occupa pochissimo volume.
Ambientazione È assolutamente un astratto, per quando sia stato condito di alcune sciccherie stilistiche come il regolamento piegato a formare un biglietto del circo, ho sentito un po’ di spaesamento nel non capire nemmeno il perché del nome Sukkube.
Regolamento Dal punto di vista fisico il regolamento è esteticamente appagante, con carta di ottimo spessore e piacevole al tatto. Bellissima l’idea che piegato totalmente assomigli al biglietto di un circo. Dal punto di vista della chiarezza espositiva, vive di rendita nel dover spiegare una meccanica davvero molto semplice, al punto che quasi non ci si accorge della mancanza di esempi. Presenta una notevole quantità di varianti, anche se un paio non sono spiegate con grande chiarezza e richiedono una rilettura molto attenta. Fastidioso il tracciato segnapunti inglobato in quel modo, e si che per risolvere il problema del fatto che si piega a metà bastava stamparlo in orizzontale, righello alla mano.
Meccaniche e dipendenza dal caso Credo che questo titolo sia un esempio interessante di come una meccanica fondamentalmente banale possa dare luogo ad un astratto potenzialmente molto pesante e strategico con l’ausilio di pochi e semplici vincoli e accorgimenti. Ho usato apposta il termine “potenzialmente” perché dipende da che variante utilizzate. Personalmente trovo che un gioco come questo abbia senso solo se permette di eseguire una pianificazione strategica delle proprie mosse altrimenti diventa caotico e noioso. Purtroppo, dato il tipo di meccanica, questo è possibile solo escludendo il fattore fortuna, altrimenti il controllo strategico diventa praticamente impossibile. Non sembrano ammesse vie di mezzo. Ovviamente è una mia opinione personale.
Interazione tra i giocatori Anche per questo aspetto dipende dalla variante. Nel gioco completamente deterministico l’interazione è prevalentemente indiretta nel cercare di non permettere mosse utili all’avversario o alla squadra avversaria.
Originalità Sukkube non brilla tanto per una originalità nelle meccaniche, quanto piuttosto per un utilizzo davvero particolare dei materiali, in primis la scatola.
Longevità Nell’ambito degli astratti la longevità acquista una valenza diversa dai boardgame “classici”, come già detto in passato per Ophiuchus. In questo caso le condizioni a contorno non variano molto da una partita all’altra, ci sarebbero delle varianti ma sono poche quelle che non rendono il gioco caotico. Complessivamente, però, l’ampio ventaglio di possibili situazioni, e il fatto che mentalmente si devono fare davvero tante simulazioni dell’evoluzione delle proprie azioni, mi fa ben sperare.
Scalabilità Forse la nota più dolente di Sukkube. Come detto in precedenza, il gioco in solitario diventa una specie di rebus, una sfida contro se stessi molto accattivante. Partite in due giocatori o in due squadre di giocatori diventano una sfida al “possesso di palla”, si cerca quindi di non lasciare spazio d’azione agli avversari passando il turno ai bot per vederselo restituire o passandoselo tra compagni di squadra. È quando si gioca in dispari che iniziano i problemi. Forse in una partita in tre si può cercare di risolvere giocando in due contro un giocatore che controlla due personaggi e 10 carte, anche se ho delle riserve, mentre in 5 conviene direttamente lasciar perdere.
Impressioni giocatori Contrariamente alle aspettative, Sukkube non è per nulla il gioco semplice e leggero che ci si poteva aspettare, al punto che non è nemmeno possibile definirlo come filler nonostante il tempo di gioco. Per quanto le meccaniche siano semplici, se si giocano varianti deterministiche ci si trova a pensare davvero tanto, istigando alla paralisi d’analisi anche in chi genericamente non ne è soggetto. Per questo non lo considero un gioco adatto ai neofiti. Inoltre mi è capitato più di un gruppo che mi chiedesse di terminare la partita prima di arrivare ai 5 punti (o 9 per squadra).
Giudizio personale Considero Sukkube, almeno in parte, un degno successore di quei giochi astratti, e non, che fanno dello sfruttamento originale dei materiali a disposizione uno dei loro punti di forza, il cui capostipite della categoria per me è il mitico Marrakech. Purtroppo però questo titolo non centra pienamente il bersaglio, troppi sono quei piccoli particolari che fanno storcere un po’ il naso, partendo dalla scalabilità, passando per varianti assurdamente caotiche e giungendo ad alcune sviste sui materiali un po’ fastidiose. Paradossalmente, la cosa che mi lascia più l’amaro in bocca è la scarsa trasportabilità e ora vi spiego anche perché. Nonostante i suoi difetti, Sukkube sarebbe stato un ottimo gioco da proporre ai miei compagni di corso nerd all’epoca dell’università, invece di metterci dopo la pizza settimanale a discutere di pannelli solari e del modello economico della compagnia X, potevo benissimo tirare fuori un gioco astratto, matematico e particolare che spremesse per bene le loro meningi (dovevo optare per gli astratti perché erano tutti appassionati di scacchi). Poteva anche essere un’ottima alternativa per passare il tempo in treno mentre tornavo a casa con qualche amico, se mi accaparravo il posto con il tavolino probabilmente, stringendomi molto, avrei avuto abbastanza spazio a disposizione. Il problema è che un gioco per essere “estratto” senza pianificazione deve essere contenuto, e con una scelta leggermente diversa dei materiali Sukkube credo ci sarebbe stato in un cubo di 6 centimetri di lato così da essere portabilissimo. Carte più piccole avrebbero anche permesso minor ingombro sul tavolo, cosa che non mi sarebbe dispiaciuta.

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Pro

Contro

Ottima la qualità del kube. Carte troppo fini e con una scelta grafica che ne rende difficile la lettura. Tracciato segnapunti con una piega nel mezzo che tende a spostare i gettoni.
Sfida molto accattivante e pesantemente “spremi-meningi” se giocato in solitario, in due o in due squadre. Molto strategico. Nel momento in cui si adotta una variante che introduce la casualità o si gioca in più di 2 giocatori ma non a squadre diventa incontrollabile, caotico e noioso.
Decisamente originale l’utilizzo dei materiali a disposizione. Poco adatto con un numero di giocatori dispari.
Regolamento immediato. Può istigare la paralisi d’analisi.
Scarsa trasportabilità.

Canopus

Giocatore per passione, german di vocazione, non dico di odiare la presenza del caso nei giochi ma io e la dea bendata abbiamo rotto molto tempo fa e non siamo rimasti proprio in buoni rapporti. Divoratore di fumetti, anime, serie televisive, giochi e soprattutto buon cibo; appassionato di viaggi e buon cibo; ho una natura curiosa e sono fiero di essere un ossessivo compulsivo (ma pure un po’ convulsivo) per schematizzazioni e analisi, oltre che… un amante del buon cibo. Ok, mi piace il buon cibo! Scrivo prevalentemente recensioni e sono specialista delle moderne tecniche di management, come il pungolo elettrico, che utilizzo con i nauti. Gioco come non ci fosse un domani!

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