On the Board #62: Kingsport Festival

di Luca “Maledice79” Lanara

Questa volta lasciamo i panni dei soliti investigatori dell’occulto per passare dalla parte dei cattivi. O meglio dei cultisti, pronti a diffondere il proprio culto in tutto il mondo partendo da Kingsburg! Volevo dire Kingsport! Il titolo della Sir Chester Cobblepot, Kingsport Festival, arriva sul tavolo di gioconauta con tutti i suoi grandi antichi presi in prestito dall’universo di Lovecraft, in una vesta che alla prima occhiata sembrava un già visto, ma si dimostra essere qualcosa di più….Buona Visione

11 pensieri riguardo “On the Board #62: Kingsport Festival

  • 29 Aprile 2015 in 06:23
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    Bellissima recensione! Avete colto tutti i punti per i quali anch’io ero entusiasta e perplesso (delle volte anche entrambi, insieme)

    Di norma le ambientazioni messe a caso mi fanno allontanare di riflesso da qualsiasi gioco, e qui, come in qualsiasi altro tedesco, l’ambientazione è un pretesto per fare la solita insalatona di cubetti. In tutte le partite giocate, non mi sono sentito affatto un cultista malvagio, perché se davvero fossi stato un adoratore di Nyarlathotep (Gnarly per i più intimi), avrei voluto come prima cosa lanciare un maledettissimo DADO DEL MALE MALEFICO e crearti un portale nel bagno di casa, e invece mi sono ritrovato a fare imprenditoria spicciola nel ramo dell’immobiliare in una città di provincia

    (Anni passati a prendere schiaffi per le strade di Arkham Horror mi hanno segnato nel profondo. Speravo in una rivalsa, ma dovrò attendere il prossimo gioco. Scusate lo sfogo)

    Nonostante queste incongruenze tra il mio obiettivo di dominio mondiale ed i metodi opinabili per conseguirlo, ho potuto evincere da ogni particolare del manuale, delle carte o del comparto grafico in generale, che è stata posta una cura tutta italiana nel contestualizzare l’incontestualizzabile, riuscendo a creare comunque un senso di immersività nel mondo di Lovecraft che alla fine mi ha convinto a dare più di una possibilità a Kingsport Festival. E Kingsport Festival secondo me va preso così, alla seconda possibilità. Se lo vediamo come un gioco sul mito dei Grandi Antichi, arranca e si incaglia dopo neanche un minuto di spiegazione. Se invece proviamo a cambiare prospettiva e lo rivalutiamo come un german che in più ha anche Cthulhu dentro, diventa improvvisamente un gioco di tutto rispetto. Forse sarà che siamo abituati ad essere maltrattati da giochi tedeschi con meccanismi ben oliati, ma inelegantemente a vista, però Kingsport Festival mi ha piacevolmente sorpreso per la sua fresca reinterpretazione di un genere ad oggi fin troppo simile a se stesso, quindi mi trovo perfettamente d’accordo con il voto finale

    PS: Come house rule, da me facciamo che l’abilità Sguardo nel Futuro si può usare per conoscere l’evento successivo, l’investigatore successivo oppure la carta festival di fine partita, e abbiamo visto che così funziona molto meglio per chi (come me) è terrorizzato dall’idea di vedere punti assegnati senza particolari meriti a giocatori ignari di tutto, a volte anche di aver vinto.

    PPS: Io pensavo che Chester Cobblepot fosse un nemico di Batman. Quante robe si imparano guardando Gioconauta…

  • 29 Aprile 2015 in 09:27
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    Ciao ragazzi e complimenti per come portate avanti questo sito ;)
    A quando un On the board e magari anche un videotutorial su quel giocone alle vostre spalle? (Runewars :P)
    Ciaoooo

    • 29 Aprile 2015 in 10:06
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      A quando il Doc ne imparerà il regolamento. È tutto nelle sue mani e dovrò corteggiarlo per farne anche il tutorial. Voi magari datemi una mano….

      • 29 Aprile 2015 in 12:26
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        Doc non farti spaventare dalle 40 pagine di regolamento :) è semplice!!! Inoltre il gioco merita e non potete non provarlo ;)

        • 29 Aprile 2015 in 12:38
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          Ciao Noob, no, non sono spaventato. E’ un gioco che ho provato molto tempo fa e che volevo avere. Penso mi farò dei riassuntini.
          Più che altro vorrei integrare la pagina di regole che la FFG ha fatto quando ha buttato fuori la seconda edizione. So che correggono alcune situazioni.
          Tu con che regole lo giochi?

          • 29 Aprile 2015 in 15:11
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            Ciao Doc! Fino ad oggi abbiamo giocato sempre con le regole della confezione base perchè abbiamo trovato il gioco completo, longevo e divertente già così. Però devo ammettere che le regole riviste mi sono piaciute e le ho trovate interessanti dato che aumentano l’interazione già dal setup ponendo le rune iniziali fuori dai regni d’origine e questi ultimi più vicini rispetto alla versione base. Prima o poi mi convincerò ad integrarle :)

  • 29 Aprile 2015 in 12:47
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    A me non e’ piaciuto, meccanica troppo german anche io mi sono sentito poco cultista,quando penso a Cthulhu penso al caos, al disordine, all’imprevisto ben poco rappresentate da pianificazioni e cubetti. Graficamente appagante anche se le schede delle divinita’, su cui avrei voluto aver letto il nome (che si trova sul retro insieme alla storia) e non un numero, sono inutilmente grandi per la loro funzione. Comprato e venduto. Un peccato

  • 29 Aprile 2015 in 13:22
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    Mi lascia sempre stupito l’astio che i giocatori covano per Kingsburg. Secondo me nella sua fascia di appartenenza è un ottimo gioco, mi ha sempre regalato belle partite e sopratutto mi ha permesso di coinvolgere tutti i tipi di giocatori e non.
    Questo Kingsport l’ho soltanto visto giocare per il momento e mi ha impressionato la quantità di spazio che occupa. C’era bisogno di fare tutto così grande? L’espansione conterrà un tavolo Ikea adeguato? Se si inserisse la praticità nei criteri di valutazione rischierebbe di perdere molte posizioni…

    • 29 Aprile 2015 in 14:52
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      Allestito, misura esattamente un tavolo dell’Ikea e tre quarti. Fortunatamente, seleziono i giocatori in base alla lunghezza delle loro braccia, altrimenti una partita a Kingsport Festival durerebbe molto più di quanto scritto sulla scatola. Avere una schedona completa di descrizione per ogni divinità è sicuramente un tocco di stile, ma alla fine restano una ventina di carte ingombranti, impossibili da imbustare e difficili da tenere ordinatamente sul tavolo. Lo faccio per Cthulhu, sia ben chiaro

    • 29 Aprile 2015 in 15:45
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      Uno dei gruppi di gioco che ho frequentato negli anni era composto da dei veri patiti di kingsburg e l’ho giocato davvero molto. Mi sembra che sia uno di quei titoli che o si amano o si odiano, le vie di mezzo sono rare. Questa rivisitazione mi sembra qualcosa che può venire molto incontro anche a chi kingsburg non è particolarmente piaciuto, sebbene credo lascerà l’amaro in bocca a chi lo ama. Riguardo lo spazio concordo che occupi più kingsburg, ma lo abbiamo giocato tranquillamente sul tavolo da cucina del doc, che non sono un esperto ma non sembrava un tavolo particolarmente grande, e anche se strettini ci siamo stati. Diciamo che non ho bocciato lo spazio occupato sia perché ho visto davvero di molto peggio, sia perché delle carte grande antico più piccole implicavano anche immagini più piccole (e sarebbe stato un peccato) e probabilmente dietro non ci sarebbe stata tutta la descrizione (cosa che mi è piaciuta tanto). Però sul mettere il nome dell’antico in bella vista sul davanti si, quello sarebbe stato meglio e più gradevole. Poi ti dirò che lo spazio occupato da un gioco è un parametro davvero tanto soggettivo ;-)

  • 29 Aprile 2015 in 20:35
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    Mi sono piaciuti tantissimo sia il gioco da tavolo che l’applicazione che mi permette di giocarlo anche in treno.
    Lavoro ben fatto. Non sono d’accordo con chi dice che è una copia di Kingsburg. Questo ha parecchie cose in più e inoltre gli scenari rendono ogni partita diversa e imprevedibile.

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