Valley of the Kings: ovvero come preparare il nostro viaggio nell’oltretomba
di Alberto “Doc”
Di giochi ambientati nell’antico Egitto ne esistono davvero parecchi sul mercato, basti solo citare Egizia, Nefertiti, Cleopatra e la società degli architetti giusto per ricordarne alcuni. AEG è pronta ora a proporne uno di nuovo della serie ma dal taglio piuttosto particolare. Si saremo importanti faraoni ma quello che Valley of the Kings ci chiederà come obiettivo sarà quello di scavarci la fossa da soli… Leggiamo meglio… ;)
Nei panni di nobili egiziani dobbiamo essere pronti al nostro trapasso così che il nostro passaggio nell’al di là si compia nel migliore dei modi e soprattutto che ci sia tutto quello che ci serve per la nostra vita ultraterrena. Dovremo quindi occuparci di avere cibo, Shabti (statue a forma di servitore che sarano al nostro servizio), le giare dove conservare i nostri organi interni, oggetti personali, statuette delle divinità e anche qualche amuleto giusto per non sbagliare.
Scopo del gioco sarà quindi accumulare i migliori oggetti e artefatti per la nostra tomba.
Ma veniamo al turno di gioco.
Ogni giocatore parte con una mano di dieci carte, e con una propria area di gioco dove avremo la zona sepolcrale, il mazzo di pesca e il mazzo degli scarti. In comune invece sarà disponibile una piramide costituita da carte, una zona stock e una boneyard.
Durante il proprio turno un giocatore dovrà:
- Giocare quante carte desidera dalla propria mano. Attraverso le carte giocate egli potrà eseguire le seguenti azioni:
- Comprare una carta dalla base della piramide.
- Eseguire l’azione specificata sulla carta (ve ne sono varie e numerose).
- Seppellire la carta.
- Scartare tutte le carte in mano e quelle giocate.
- Ricostruire la piramide utilizzando le carte presenti nel mazzo stock.
- Pescare una nuova mano di carte dal proprio mazzo di pesca.
Il gioco ha termine quando tutte le seginti condizioni si realizzano:
- le carte del mazzo stock sono finite;
- Le carte della piramide sono finite;
- Tutti i giocatori hanno compiuto lo stesso numero di turni.
Chi ha realizzato più punti vittoria attraverso quanto acucmulato nella propria tomba è il vincitore.
Il gioco sembra simpatico e nemmeno così macabro come sembrava di primo acchito. Si tratta in sostanza di un ennesimo deck-building, scelta che oramai diventa sempre più di moda nel realizzare i giochi anche se per me ormai tutto quello che questa meccanica poteva dire lo ha espresso e forse siamo andati ben oltre quel che serviva. In un contesto da filler come quello con cui si vuole proporre Valley of the King, ci può comunque stare e trova il suo perché. Se ci incapperò ad Essen e non avrò altre priorità potrei anche pensare di sedermi al tavolo per farci una partita, ma sempre se proprio non ho altro, eh? ;)