Madame Ching: arriva un nuovo Cathala
di Federico “Kentervin”
Bruno Cathala e la Hurricane ci propongono Madame Ching, gioco per 2-4 persone della durata di 45 minuti; si tratta di un semplice gioco di gestione della propria mano, ambientato ad Hong Kong, in cui dovremo organizzare dei viaggi con la nostra flotta per trasportare quante più merci e guadagnare il maggior numero di Punti Vittoria.
Dopo un primo fugace sguardo, la mente corre inevitabilmente a Cargo Noir, aiutata da un’impostazione grafica coloratissima (ad opera di Vincent Dutrait) e dal tema marittimo.
Ogni giocatore inizia la partita con una mano di 4 carte, ognuna di esse avente un numero ed uno sfondo colorato su cui spesso in alto è presente anche un’icona.
I giocatori durante il loro turno giocano una carta e ne pescano una tra quelle disponibili; queste carte vengono giocate da sinistra verso destra e rappresentano il viaggio delle loro navi.
Le carte possono iniziare una nuova riga o continuarne una; nel secondo caso esse devono riportare un valore maggiore dell’ultima carta presente nella riga. Se il colore dello sfondo è uguale a quello della carta precedente, la nave si sposterà orizzontalmente, altrimenti la nave si sposterà a destra ed in basso di uno spazio.
Se un giocatore non ha carte per continuare il viaggio (perché non riesce a posizionarne una di valore maggiore di quella già in gioco), la nave viene rimossa e si guadagnano punti in base a quanto riportato nello spazio di mare occupato.
A mano a mano che ci si sposta verso destra i punti salgono, ma gli spazi più in basso risultano molto più remunerativi. E’ quindi importante giocare carte con colori diversi al fine di spostarsi diagonalmente verso il basso ed accaparrarsi le zone di mare migliori.
Ogni nave porta con sé diverse combinazioni di gemme che forniranno ulteriori, preziosi punti alla fine della partita.
Set di simboli all’interno di una fila di carte (il nostro “viaggio”) permetteranno al giocatore di reclamare particolari Carte Azione che ci avvantaggeranno nel corso della partita; alcuni effetti permetteranno di rubare gemme agli avversari, inserire carte all’interno di una fila, riprenderne dal mazzo degli scarti e così via.
Con i giusti simboli sarà possibile addirittura ottenere il vascello di Madame Ching, facendo così terminare la partita.
Il giocatore con il maggior numero di Punti Vittoria verrà quindi dichiarato vincitore.
Il gioco non mi ha colpito particolarmente: il deja-vu derivante dalle meccaniche (avete presente SEI della Dal Negro?) e dalla grafica (bellissima, ma che sa di un Cargo Noir riambientato nell’Estremo Oriente) non mi ha entusiasmato.
Se Cargo Noir mi era sembrato privo di mordente, Madame Ching mi sembra la versione extra-lusso di un giochino di carte; molta componentistica, materiali pregevoli e grafica di sicuro impatto non sostenuta da meccaniche all’altezza, il che non fa che sottolineare ancora di più l’impressione iniziale di un gioco “piccolo piccolo” supportato da una confezione esageratamente grande per quello che ha da offrire.
Peccato perché l’impatto iniziale era stato ben diverso, ma scavando un po’ mi sono ritrovato di fronte ad un gioco profondamente astratto frutto di una mera operazione di taglia e cuci condita dal riciclaggio di qualche semplice meccanica già vista ed abusata. Per carità, capisco che oramai creare qualcosa di originale sia davvero difficile, ma non si nota nemmeno lo sforzo per creare qualcosa di diverso.
Il risultato è un “tutto qua?” che lascia spiazzati e decisamente delusi.