Assassin’s Creed: Arena – dalla console al board game
di Alberto “Doc”
Fra i tanti videogiochi che hanno avuto la loro trasposizione da tavolo di certo non poteva mancare uno dei più famosi e seguiti degli ultimi anni. Cryptozoic Entertainment ha infatti deciso di convertire Ezio Auditore e company in una bella scatola dal nome Assassin’s Creed: Arena. Ma questo nuovo prodotto, saprà ben replicare quanto conosciamo dalle nostre console e farci emozionare come quando teniamo in mano il joypad? Proviamo a scoprirlo.
Nei panni di esperti assassini i giocatori guidano i loro avatar attraverso la plancia di gioco composta da una specie di scacchiera che raffigura la città divisa nella zona esterna (quadrati chiari), zona interna (blu) e la moschea (quadrato rosso centrale). Scopo del gioco è quello di raggiungere per primo i 15 punti vittoria che si ottengono assassinando gli obiettivi che compaiono sulla città durante il gioco.
I giocatori fanno agire il loro assassino attraverso la propria mano di carte che tra l’altro rappresenta anche i punti vita. Se la propria mano va a zero il nostro eroe muore ma la partita non finisce perché il turno dopo potete rimetterlo in gioco dal vostro punto di partenza e riprendere la sfida contro templari e avversari.
Ogni obiettivo ha su di se stampati due valori: il suo valore in punti vittoria e il suo valore di difesa che dovrà essere superato tramite l’uso delle carte che si hanno in mano per potersi acaparrare i punti in palio. Oltre al valore di difesa l’altro ostacolo che si muove sulla plancia è rappresentato dalle guardie che ci impediranno di attaccare qualsiasi obiettivo o avversario si trovi nelle loro adiacenze. Le guardie inoltre quando vengono attraversate comportano anche la necessita di scartare una delle carte dalla propria mano. Per rimpinguare quanto perso è possibile effettuare azioni di nascondersi che ci permettono di riposare e quindi di pescare nuove carte.
Il turno di gioco quindi alla fine si riduce a:
- Svelare una nuova carta Evento: questo può comportare vari effetti come far muovere le guardie, farne comparire di nuove, posizionare nuovi obiettivi, etc..
- Fase di movimento/nascondersi: in questa fase i giocatori devono scegliere se muoversi oppure nascondersi.
- Fase di Attacco: è possibile accedere a questa fase solo se non ci si è nascosti nella fase precedente per recuperare carte. Si da quindi il via al combattimento attraverso l’attacco ad un obiettivo o a un avversario tramite la propria mano di carte.
La partita termina quando un giocatore raggiunge o super quota 15 punti oppure quando il mazzo degli eventi finisce. In questo secondo caso è il giocatore con più punti vittoria a vincere.
La meccanica principale di questo gioco è davvero molto semplice e lineare e in accordo con la linea da filler che l’editore ha voluto dare al titolo. Una partita si attesta sui 30 minuti circa. Ciononostante la mano di carte che fa da punti ferita e anche da ventaglio di azioni possibili è una meccanica molto interessante, già vista tra l’altro in Gears of war, che pone i giocatori davanti a scelte determinanti. Questo sicuramente è un punto positivo. Quello che invece è stato un po’ disatteso è che si tratti “solo” di un filler. Per un videogame che ha mietuto così tanti successi mi aspettavo un boardgame più corposo e succulento. Non dico certo un Descent, ma nemmeno un filler da mezzora. Vediamo se Cryptozoic Entertainment vorrà proporre altre future soluzioni e sfruttare più largamente le gesta di Ezio Auditore.