La domenica di un divulgatore ludico
Di Filippo “Ciabattino”
“Da grandi passioni, derivano grandi responsabilità”, noi giocatori in scatola lo sappiamo bene, perché dopo qualche tempo la partita con i soliti 4 amici non basta più e sentiamo il bisogno di provare nuovi giochi, nuovi avversari al tavolo, nuove realtà ludiche. Ci si ritrova a domandarsi cosa si è fatto negli ultimi 10 anni? Come mai si è scoperto solo ora questo “passatempo” così coinvolgente e vario? Come mai gli altri non lo conoscano, com’è possibile che non siano riusciti a cogliere quanto valido sia? E’ lì che scatta la molla della divulgazione, della catechizzazione di tutti quei babbani che si esaltano ancora per Monopoli e Trivial Pursuit.
Ecco quindi che la sagra di paese diventa un’occasione importante, perché la domenica pomeriggio sono tutti raccolti sotto i tendoni ed è lì che li aspettiamo al varco, con i giochi “di livello 2” (come li definisco io per differenziarli dai “soliti” taboo, monopoli, non t’arrabbiare, trivial pursuit, …) , nel tentativo non facile di fare proselitismo.
Mi creo sempre l’illusione di trovare degli esaltati che vogliano farsi spiegare i vari Agricola, Puerto Rico, Caylus, e che 2 minuti dopo la fine dell’esperienza ludica domandino di iscriversi all’associazione, di trovarsi ogni 2 giorni, di portare anche le sorelle… Poi mi risveglio, e sono nel mezzo di una manifestazione paesana che vorrebbe essere molto culinaria e che di ludico (da tavolo) non ha ancora niente, e quel niente lo dovremo trasformare noi (parlo nello specifico dei MagnoGato, associazione ludica, distaccamento vicentino della Tana dei Goblin), in qualcosa d’altro, di costruttivo, di aggregante, di divertente soprattutto…
Il gruppo degli esaltati con sorelle lasciano posto ad orde di ragazzini urlanti, che si scagliano dunque sui giochi, chiedendo a gruppi di 8-9 di poter giocare (contemporaneamente) all’unica copia di Gino Pilotino o di spiegare Loch Ness, per poi sparire o chiedere di un altro gioco, che “questo non ispira! Ha troppe regole da ricordare!”, alla faccia dei miei ultimi 10 intensi minuti di vita, in cui ho tentato invano di illustrarne il funzionamento.
Avevo messo degli scatoloni da parte, con la mia selezione di titoli “da manifestazione”, nell’idea di valutare accuratamente l’esigenza di ogni utente (bimbo indemoniato) in base al sesso, all’età, alle capacità di concentrazione/pazienza (mia e sua).
Ben presto i giochi sui tavoli non bastano più, e sebbene nessun ragazzino conosca ciò che gli passa per le mani, una marea informe si getta sullo scatolone e li tira fuori tutti, facendosi attrarre chi dalle dimensioni della scatola, chi dai disegni, chi dalla particolarità del packaging, come nel caso di Dobble, Bombons e Kaleidos. Leonardo, 5 anni, mi guarda speranzoso con la mia copia di Cyclades tra le mani.
Non sono solo davanti all’orda barbarica, ma devo dare l’esempio, senza indietreggiare mai! Sentendomi un po’ come Aragorn d’innanzi al Nero Cancello, mi giro verso i miei, afferro un La Torre degli Animali ed urlando e brandendolo sopra la testa mi lancio verso i piccoli orchi.
All’altro lato della falange, Mauro tiene a bada 5 di loro, respingendoli a colpi di Riff-Raff. Il gioco è molto coreografico, le dimensioni finali del veliero sono inimmaginabili ad una prima occhiata alla scatola, e l’impatto visivo ne inchioda subito un paio (che non si muoveranno da quello) a cui dovrò letteralmente strappare il gioco dalle mani, 3 ore dopo, per metterlo via.
La nostra Erica si impossessa di un Dixit, invoglia con i bei disegni 3 coppie di diciassettenni e, con la complicità delle fidanzatine, li fa giocare un po’ tutti. Per chi è alle prime esperienze, per chi pensa che questi giochi siano troppo complicati, Dixit è sempre una gran sorpresa. Provano anche le carte dell’ultima espansione (bellissime) prima di metter via e tirar fuori i trenini di Ticket to Ride, per un’altra oretta abbondante, all’insegna del Coast to Coast ferroviario. E anche questa battaglia è vinta.
Francesco si fa carico dei miei 2 filler preferiti, giochi che si definirebbero di scaltrezza/colpo d’occhio, ma che io ribattezzerei “adrenalinici”. Mi riferisco a Fantascatti e Dobble. E’ un successone. In entrambi le meccaniche vengono recepite dopo le prime 5-10 carte scoperte (che puntualmente vengono prese dai chi ha già giocato), e da lì in poi comincia la guerra, a fulminei colpi di Libri Blu e Topi Grigi (Fantascatti) o di “Cactus! Coccinella! Fulmine! Igloo! Zebra!” (Dobble). Due titoli riuscitissimi per la durata veramente contenuta, per far capire che i GdT possono essere anche “furiosi” (e che non ho tirato fuori Tokyo Train…), e per come attirano l’attenzione di chi semplicemente sta passando di lì e vede gente esaltata che si butta sulla tavola alla caccia di una Poltrona Rossa! Non devono mancare mai!
Il peggior errore che un “propositore ludico” possa fare è quello di pensare che anche lui, durante la giornata, potrà permettersi una partitina. Ce lo ripetiamo sempre prima di cominciare: “Non facciamoci incastrare!”. Mauro invece, cedendo al canto delle sirene (sotto le spoglie di un’allegra famigliola) e rimembrando gli anni che furono, quando si trovava con gli amichetti per giocare a ”Si Salvi chi può!”, si siede ed intavola un Survive! Fuga da Atlantide. Disastro! E fu così che tristemente perdemmo uno dei nostri per un’oretta buona.
Fortunatamente, seppur in ritardo causa pranzo domenicale, si presenta Stefano, fresco di digestione, e intavola una delle nostre armi migliori: Super Farmer! E’ la svolta: lo spieghiamo in 2 minuti ad un paio di mamme e (oltre le più rosee aspettative) queste riescono a gestirsi autonomamente un gruppetto di ragazzini, accoppiando conigli con pecore, e maiali con cani da guardia. In seguito a referendum associativo, abbiamo decretato questo titolo tra i più performanti nel rapporto “energie spese/bambini ammaliati”. Mettiamo al sicuro il risultato.
Il pomeriggio volge al termine. Pochi eroi, sul campo di battaglia, raccolgono i cocci sparpagliati tra i tavoli e li ridistribuiscono ordinatamente nelle giuste scatole. Non manca niente, a livello di componentistica, una bella notizia.
Ho descritto la giornata come una battaglia, potrebbe sembrare che sia stata una giornata persa, ma noi ci siamo divertiti, un po’ ci siamo sentiti utili, abbiamo visto mamme prendere appunti sui titoli dei giochi e molte ci hanno chiesto dove poterli trovare (senza contare la grigliata mista e le bibite offerteci a fine giornata).
Un ragazzino esaltatissimo ha fissato nel corso della giornata i regali per il compleanno, per Natale e per la prima comunione (che avrebbe avuto da lì a poco).
Sbuffiamo per l’ennesima partita/spiegazione richiestaci di Gino Pilotino o Loch Ness, ma in realtà sapere che per un pomeriggio tutti quei ragazzini hanno abbandonato i videogiochi e la televisione a noi fa molto piacere.
Una mamma ci prenota per la festa di compleanno del figlio in cui lei sfornerà le torte e noi intratterremo i ragazzini. Cortesemente rifiutiamo l’offerta, apportando reali impegni lavorativi, anche se una fetta di dolce l’avremmo mangiata volentieri.
Stiamo “lavorando” per divulgare la nostra passione e sicuramente (anche) questa volta ci siamo riusciti.
Abbiamo vinto una battaglia. Vinceremo anche la guerra!
Complimenti per la strenua resistenza! :-)
Molto divertente!
Complimenti per l’articolo!
E’ naturale per ogni boardgamer cercare di creare una scia di proseliti il più nutrita possibile e nel corso dei miei 5 anni ormai all’interno delle mie cerchie di amici, conoscenti e parenti,ho assunto il ruolo del “cicerone” ludico.
Oserei aggiungere con discreto successo, basta toccare i tasti giusti e, se il “terreno” (ex giocatori di magic nello specifico) è fertile usare una bella terapia d’urto con prima partita ad Arkham Horror, che tende a generare delle epifanie stile Fantozzi ustionato in ospedale, nel bene e nel male.
Altri hanno bisogno di un “intro” più soft tra La città dei Ladri, Lettere da Whitechapel o Carcassonne.
Però le soddisfazioni, dopo tutte queste fatiche e gole secche, arrivano: l’amico che va a Lucca e torna con Dungeonquest e poco dopo compra A Game of Thrones, un’altro che in una settimana compra 4-5 giochi inclusa La Guerra dell’Anello e poi la tua ragazza (grande fan di Arkham e Last Night on Earth) a cui regali A touch of Evil (che spopola ovunque) e la vedi li che un mese dopo fa economia e sta già ordinando Le case della follia.
Sono soddisfazioni. Continuate così! Si può FARE!!
inizio a pensare di dover chiedere un indennizzo per l’utilizzo del mio Super Farmer… :D
Grazie a tutti per i complimenti e a stefano per Super Farmer.
Risponderei a Cassastereo che se regalassi alla morosa (qua in veneto si dice così) un A Touch of Evil lei farebbe economia per ben altro che Le Case della Follia, e probabilmente al mio compleanno mi regalerebbe un paio di orecchini, o un paio di scarpe n°37 e col tacco. Fortunato te… ma MOLTO fortunato pure io (non sia mai che Erica legga il commento).
Comunque ragazzi, mi ripeto, “Abbiamo vinto una battaglia. Vinceremo anche la guerra!”. Grazie ancora. ;)
Ho avuto anch’io tempo fa un’esperienza simile ad una manifestazione con dei ragazzini sui 11-12 anni e devo dire che si sono dimostrati molto più interessati dei più grandi (genitori inclusi -_-). Giochi come Dobble e Drako (che per fortuna ne avevo precedentemente imbustato le carte) sono stati giocati e rigiocati (stranamente dixit e takenoko non hanno attirato nessuno); poi purtroppo molti giochi sono un’attrazione ma quando cominci con le regole allora scappano :-) (vedi Wings of War)
Complimenti per il pezzo, molto appassionante!
Proporre Arkham Horror come prima prova é da sciagurati! :D
Interessanti invece i titoli che proponete come veloci ma efficaci!
Per inciso, noi a Bergamo ci siamo inventati questo…
http://www.liberaludo.it
Buon gioco a tutti!
Interessante Liberaludo!
Ovemai foste interessati a far conoscere anche ai lettori di Gioconauta vostre iniziative come Bergame, contattateci pure. Saremmo felici di ospitare contenuti divulgativi in tal senso, proprio come fatto dal buon Filippo in questo articolo.