Kaosball: lo sport in scatola si evolve
di Federico “Kentervin”
Se siete amanti delle simulazioni sportive, non sarà certo passato inosservato il lancio di Dreadball e di Helvetia Cup.
Ora due nomi noti dell’editoria ludica hanno deciso di scuotere il mercato scendendo in campo con la loro personalissima “visione di gioco”.
Cool Mini Or Not ed Eric M. Lang hanno infatti annunciato la pubblicazione di Kaosball, gioco che verrà presentato ufficialmente il 18 marzo al GAMA Trade Show.
L’autore ha affermato che per molti anni ha desiderato creare un gioco sportivo ad ambientazione fantasy che fosse in grado di ricreare l’atmosfera e l’essenza stessa dello sport. Qualcosa che sapesse trasmetterne le emozioni, non un semplice adattamento.
Kaosball nasce con questo scopo, con una minima componente aleatoria e grande varietà di situazioni: i dadi sono stati sostituiti da un sistema card-driven che permette ai giocatori di bluffare ed intuire le mosse degli avversari.
Gestendo la propria mano di carte, ogni giocatore è in grado di capire le potenzialità della propria squadra adeguando il proprio gioco alle proprie possibilità, senza affidarsi alla fortuna o ad un lancio fortunato di dadi.
L’ambientazione richiama un mondo moderno in cui Lang ha infuso diversi elementi culturali, componenti che sono andati a convergere nei vari team: le amazzoni richiamano vagamente le ragazze con i roller dei drive-in, mentre i Fangs hanno uno stile gotico che ammicca al movimento dark.
Ovviamente lo stile grafico riflette anche quello che la nostra squadra terrà sul campo di gioco: i vari team giocano in maniera unica, promettendo una grande varietà di tattiche.
Più che sulle diverse abilità dei vari personaggi, l’autore si è focalizzato sulle caratteristiche della squadra nel suo insieme: i Demoni sono in grado di dare letteralmente fuoco alle locazioni loro attorno, mentre i Paragons possono sacrificarsi per dare dei bonus ai compagni di squadra.
Ancora una volta è il gioco di squadra più che il singolo individuo ad essere esaltato.
Il progetto è ambizioso e non poteva quindi mancare l’apporto della Cool Mini Or Not a cui l’autore ha richiesto una sessantina di miniature, esprimendo il desiderio di utilizzare un tabellone segnapunti magnetico.
Kaosball permette quindi di esibirsi in finezze sportive (possesso di palla e lanci lunghi) ed enormi risse a metà campo (è possibile addirittura uccidere i giocatori avversari).
Al tradizionale 1 contro 1 si affiancano varie modalità di gioco, tra cui la possibilità per 8 giocatori di giocare un’intera stagione, con upgrade che possono essere mantenuti da una partita all’altra dando un senso di crescita e progressione della squadra.
Vi sono inoltre 30-60 partite “one shot” con la possibilità di un draft iniziale col quale distribuire i vari upgrade per creare match sempre diversi.
L’autore ha incluso nella scatola base solamente 4 squadre, ma più di una dozzina sono quelle già pronte.
Lo stile di gioco è improntato ad un ritmo veloce ed incalzante, come ci si aspetta da un titolo del genere: le squadre (fino a 4) si contendono il possesso della palla su di un campo di 33×22 pollici. Un giocatore che raggiunte apposite zone con la palla ottiene punti preziosi per il proprio team.
I Runners possono segnare punti, mentre i Bruisers si accollano l’onere di abbattere i nemici assicurandosi il controllo del campo di gioco. Ogni turno è possibile attivare una miniatura (farla sprintare o impegnarla corpo a corpo contro quella di un altro giocatore) o giocare carte tattica per influenzare l’andamento della partita.
Ogni miniatura ha anche un’area di influenza (tipicamente i 4 settori a lei adiacenti): se un avversario entra in tale zona, un Runner può cercare di rubargli palla, mentre nel caso di Bruiser, questi può cercare di atterrarlo, infliggendogli dei danni.
Quando un membro della squadra viene messo k.o. viene reclamato come trofeo e chi ne ha di più a fine partita ottiene dei punti aggiuntivi (in caso di più giocatori, i punti vengono dati anche al secondo e terzo classificato).
Proteggere la palla è quindi fondamentale, ma risulta necessario tutelare anche il portatore per evitare di regalare punti facili alla squadra avversaria.
Ogni giocatore ha sempre 7 carte in mano, pescate da un mazzo comune che rappresenta energia (bonus per rubare palla, attaccare, bloccare o difendersi da eventuali interventi avversari), tattiche e carte speciali (con effetti che vanno contro le regole, ma che devono essere pagati con denaro, pena vedersi comminata un’ammonizione. Il team con più ammonizioni alla fine di un periodo perde punti preziosi).
Il mazzo serve anche da timer per la partita, in quanto un periodo di gioco finisce quando un certo numero di carte sono state giocate. Vengono assegnati ulteriori punti per i Runners presenti nelle zone di scoring e dopo 4 periodi viene dichiarata la fine della partita ed assegnata la vittoria.
I giocatori avranno la possibilità di utilizzare degli star-player (fuoriclasse) per rafforzare la propria squadra, caratterizzati da una basetta di diversa forma rispetto a quello delle miniature standard.
Da 4 ad 8 giocatori potranno partecipare ad una stagione, giocando con tutti i team un paio di volte e giocandosi i playoff per la Kaosball Cup. Molta enfasi è stata data alla possibilità di tenere traccia dei vari progressi della squadra (che all’inizio vengono distribuiti con un sistema di draft e mantenuti per tutta la stagione).
L’autore ha cercato di tenere solo il meglio di tale sistema, evitando di trovarsi con un team decimato dagli infortuni o a corto di denaro: i malus accumulati durante una partita non verranno trasferiti a quella successiva.
La propria squadra accumulerà solo bonus ed upgrade, lasciandoci l’unico onere di scegliere come far rendere al meglio il proprio team.
Il gioco si presenta davvero ricco ed adatto ai “power-player” che ricercano un gioco veloce e fracassone, con molta tattica e strategia durante le sessioni di gioco ed una gestione della squadra, durante la stagione, molto leggera.
Qui l’impostazione di gioco è più globale che individuale, con il giocatore chiamato a gestire più la squadra che il singolo elemento: la componente randomica è data dalla pesca delle carte più che dal tiro di dado (l’autore ha scelto un approccio in grado di privilegiare più la varietà che la casualità), elemento comunque calmierabile tramite un’oculata strategia di gioco.
Attendiamo quindi l’apertura del progetto su Kickstarter per poter approfondire l’argomento tramite la lettura del regolamento.