Lucca Comics&Games 2012 – Report 1: fra Maya, Romani e fiabe
di Alberto “Doc”
Eccomi qui di ritorno dalla fiera, stanco per la frenesia di questi giorni ma tutto sommato soddisfatto di essere riuscito a provare molti titoli di quelli che mi ero riproposto di giocare. Ed ecco con questo articolo il primo dei tre report che raccontano il mio viaggio e con i quali vi riassumerò quanto ho potuto testare ai tavoli.
NB: il report che vado qui a pubblicare è frutto di impressioni basate su una partita o su diversi turni di gioco di una partita. Le impressioni e i commenti a riguardo sono personali, direttamente dipendenti dal mio gusto (che può essere discutibile ). Invito fin da subito quanti altri sono stati in fiera e hanno provato i seguenti giochi a pubblicare il loro commento in calce all’articolo. Buona lettura.
Il primo giorno di fiera dopo un viaggetto di più di tre ore arrivo in quel di Lucca e riesco ad entrare nel padiglione dei games verso le 10.00 del mattino, trovando già una buona affluenza di visitatori: rituale giro degli stand, saluto Alkyla già intento a spiegare e poi decido che è tempo di sedersi e darsi da fare a qualche tavolo.
Passo da Red Glove e vedo che Aztlan è lì disponibile e mi dico, perché no? Mi siedo e iniziamo una partita a 3 dopo una veloce spiegazione del gioco. Le regole risultano semplici da assimilare: piazzi il tuo omino precolombiano su un terreno e opzionalmente ne sposti uno già presente da un terreno a quello vicino. In fase di risoluzione chi ha la maggioranza su un terreno decide se eliminare tutti gli omini avversari (e quindi far perdere punti agli altri giocatori) o pescare una carta da un mazzo coperto che conferisce bonus di vario genere. Dopo il primo turno di gioco è già tutto abbastanza chiaro. La partita scorre veloce e non riesco a finirla solo perché uno dei giocatori ha un impegno e se ne deve andare dopo il quarto turno: peccato. La cosa comunque non mi impedisce di considerare che il gioco (in sintesi si tratta di un piazzamento, maggioranze e controllo del territorio) ha delle buone qualità partendo dalle regole che sono semplici da imparare, dalle strategie che possono essere diverse e dalla grafica e materiali che sono di buona fattura. Premesso che Colovini non è uno degli autori che prediligo, devo dire che questo gioco, nonostante non mi faccia gridare al miracolo, mi ha dato buone sensazioni.
Mi alzo, saluto Red Glove, faccio un giro e vedo che da Asterion stanno per finire una partita a Trajan e penso che non sarebbe male provare questo meccanismo della mancala, così mi accodo, aspetto 15 minuti e poi mi siedo al tavolo per una partita a due giocatori. Questa volta la spiegazione richiede un po’ più tempo. Il gioco presenta sei strade principali con cui fare punti vittoria, il tutto gestito dalla nostra plancia in cui spostando i vari cilindretti lungo il percorso circolare delle sei scodelle andiamo ad attivare una delle sei azioni possibili sul tabellone. Una volta spiegato, capisco che la mancala è simile al meccanismo “a fionda” di Finca: se nella scodella hai N cilindretti attivi l’azione esattamente a N scodelle di distanza. L’unica differenza è che tutti i cilindri della scodella di partenza vengono piazzati lungo le scodelle successive (uno per scodella) fino a quella da attivare. Le combinazioni di colori dei cilindretti presenti su ogni scodella permettono poi di attivare altri effetti bonus associati alle scodelle…ma non mi dilungo troppo nei dettagli e torno a parlarvi della partita. Mi ci vuole più di qualche turno per ambientarmi e valutare le molteplici opportunità che ogni volta il gioco mette a disposizione. Sul finire prendo più confidenza ma mi rendo anche conto che questo titolo necessita di più partite per essere assimilato: la logica della mancala unita alle varietà di opzioni possibili mette davvero tanta carne al fuoco. In definitiva un titolo per gamers che non mi è dispiaciuto ma a cui dovrò rigiocare per farmi un’idea più precisa, soprattutto di come sia possibile gestire al meglio la mancala per ottimizzarne i risultati perché percepisco che la pianificazione è possibile. Per quanto riguarda la componentistica, grafica e materiali buoni.
Riparto da Asterion e decido che è il caso di fare una pausa e prendere un po’ d’aria fresca e già che ci sono metter qualcosa nello stomaco: vedo i cup di tagliolini giappo istantanei ma decido che un sano panino con gli affettati locali possa essere più apprezzato dal mio palato. Pranzo, due passi per Lucca per sgranchirmi le gambe e poi rientro ai games in direzione Cranio Creations: voglio proprio vedere se riesco a provare Tzolk’in, un titolo che mi stuzzica da diverso tempo. Troviamo l’autore che ci spiega il gioco su un tabellone verticale che lo riproduce mentre attendiamo che la partita in corso abbia termine. Il meccanismo delle rotelle maya sembra affasciante e sono desideroso di provarlo. Ci sediamo al tavolo e iniziamo la partita (a due giocatori): il gioco consiste nel piazzare i propri lavoratori sulle 5 diverse ruote che a fine turno faranno scattare i nostri lavoratori associandogli un nuovo tipo di azione da fare, generalmente più forte di quella precedente. Nel proprio turno si possono fare essenzialmente due cose: piazzare uno o più lavoratori oppure ritirare uno o più lavoratori (la prima opzione esclude la seconda e viceversa). I lavoratori possono essere incrementati da 3 fino a 6 e devono esser sfamati ogni tot numero di rotazioni (…qualcuno ha detto Agricola?). Si recuperano risorse, le si usano per costruire edifici o migliorie o per collezionare punti vittoria o per sfamare i lavoratori. Il recuperare più lavoratori nello stesso momento permette di incastrare diverse combo se si calcolano bene i tempi e ci sono gli spazi disponibili dove piazzarsi: e questa è sicuramente la parte più sfiziosa del gioco.
In conclusione vi dirò che questo gestionale, sebbene con un meccanismo interessante, non è riuscito a esaltarmi come mi ero immaginato. Forse il troppo hype che lo ha preceduto ha alzato le mie soglie di aspettativa o forse perché superata la parte del meccanismo di rotazione il gioco poi ci riporta alla costruzione di edifici e raggiungimento di maggioranze con cui fare punti durante e al termine della partita: niente quindi di particolarmente diverso da quanto visto nel recente passato. Per la parte di componentistica: buona la grafica, molto buoni i materiali in special modo le ruote.
Lascio Cranio Creation che è ormai tardo pomeriggio. Tutti i tavoli in zona sono pieni così decido di fare un salto in Ludoteca dove vedo che stanno provando Winter Tales di Albe Pavo. Aspetto la fine della partita, troviamo altre tre persone e il ragazzo che ha curato la parte grafica ci spiega il gioco. Gli faccio subito i complimenti perché la grafica è davvero splendida e ben curata (ed anche i materiali sono di buona fattura). Il gioco consiste nel guidare uno o più personaggi di una delle due fazioni (inverno e primavera) alla conquista di quest per poter raggiungere più facilmente la vittoria finale per il proprio gruppo. I personaggi si muovono lungo le vie di una decadente cittadina per raggiungere i dischetti quest ed attivarli. Le due fazioni tentano di ostacolarsi, il più delle volte cercando di scatenare dei conflitti. Questi ultimi avvengono quando due o più personaggi di fazioni opposte si trovano nella stessa zona. I conflitti vengono risolti giocando carte dalla propria mano raccontando una storia che sia ispirata dai disegni riportati sulle carte ed in questa maniera cercare di giocarne il più possibile. La vittoria del conflitto va alla fazione che riesce a giocare più carte continuando il racconto con coerenza. La fazione vincitrice posizionerà poi una carta nella zona dei ricordi che sintetizza la scena del conflitto appena risolto e che verrà usata come carta bonus per narrare lo scontro finale fra le due fazioni.
Ho giocato 3-4 conflitti che ho trovato divertenti anche se non siamo riusciti a finire la partita causa tempi stretti degli altri giocatori. Si tratta come già immaginate di un gioco narrativo, dalle regole molto semplici. Non sono un fan del genere, ma nel complesso non mi è dispiaciuto. Il prezzo sopra i 40 euro temo però che farà selezione e credo che alla fine solo gli amanti di questo filone lo troveranno un buon acquisto rispetto alla spesa da sostenere.
Pago della giornata e con un po’ di ore di sonno da recuperare decido di ricongiungermi coi miei compagni di viaggio e di ripiegare a cena e poi in albergo. La giornata è stata soddisfacente ma c’è un venerdì intenso che mi aspetta… di cui vi parlerò nella prossima puntata. ;)