Tahiti: esplorazione e collezione oggetti fra le onde dell’oceano

di Alberto “Doc”

Ah Tahiti… il mare, la spiaggia, le palme, il cocco… che sogno! E chi ci pensa a giocare con un’ambientazione così?!? Va bene, va bene, torniamo coi piedi per terra: daltronde anche questi paradisi possono avere i loro problemi. I nativi infatti stanno così bene in questi luighi che la loro tribù è cresciuta ben oltre le loro capacità di sostentamento. State forse pensando che litigheranno per il cibo e ogni giocatore guiderà la sua fazione? Sbagliato.
Questa è gente pacifica fino al midollo: non pensateci nemmeno all’idea che si prendano a noci di cocco in testa. Vediamo invece che cosa dovremo fare…
Per evitare che la nostra tribù sia costretta a digiunare, caleremo le nostre canoe in acqua e con la benedizione di Haumea, la dea della fertilità, ci daremo da fare per recuperare dal mare e dalle isole del vicino arcipelago quello che è necessario per continuare a far prosperare la nostra gente.
Durante il gioco dovremo perciò pescare pesce e recuperare le tipiche colture di queste zone: noci di cocco, banane, spezie e taro (che per chi non lo sapesse è una specie di vegetale simile alla patata molto diffuso in tutto l’arcipelago: ma vedete di cucinarla bene prima di mangiarla visto che la pianticella se ingerita cruda può risultare piuttosto tossica!).
I giocatori durante la partita costruiranno l’arcipelago un po’ alla volta esplorando le vicinanze della loro isola. Spendendo punti azione recupereranno pesce dal mare e le colture dalle isole per sfamare nel miglior modo possibile la tribù. Chi a fine anno lo avrà fatto in maniera più efficiente sarà il vincitore.
Questo titolo dal gusto esotico mostra un mix di meccaniche semplici ma a mio pare ben congeniate che stuzzicano la mia curiosità. Spero quindi di avere l’occasione di provarlo nei prossimi mesi. E poi visto che un paradiso del genere me lo sogno di poterlo visitare, almeno ci posso giocare sopra, eh eh 

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