Gioco e Scuola: un progetto per nuovi orizzonti

di Alberto “Doc”

La nascita di Gioconauta ha portato sulle rive del nostro atollo web diverse persone incuriosite da quello che facciamo. Fra queste ho incontrato anche Andrea “Liga” Ligabue che, dopo alcuni scambi di email ho scoperto essere addentro al gioco da tavolo da davvero tanto tempo e con innumerevoli iniziative. Così mi son chiesto se avesse mai organizzato attività anche per le scuole e… beh direi di vedere assieme cosa ho scoperto.

Andrea, grazie per aver accettato il mio invito e per essere ospite oggi di Gioconauta. Da una ricerca in rete ho visto che il tuo nome è strettamente legato a quello del mondo dei giochi da tavolo. Che ne dici di iniziare descrivendoci la tua “carta d’identità”?

Ciao Alberto e grazie per l’invito su Gioconauta.it. La mia storia ludica parte da molto lontano. Fin dalle elementari infatti mi divertivo a “squadrettare” fogli per inventare giochi. Ho poi avuto la fortuna, a 16 anni, di incontrare nel mio cammino il Club TreEmme, probabilmente l’associazione ludica più antica ed attiva di Italia, ed essere catapultato in un modo di giochi davvero incredibile: giochi di ruolo, battletech, i classici Avalon Hill, i primi giochi della Games Workshop, Star Fleet Battles, Blue Max e World in Flames. Il Club TreEmme era (ed è) una vera fucina di occasioni ludiche, personalità ed attività. C’erano gli autori de I Signori del Caos, i migliori master di AD&D presenti sulla scena Italiana. C’erano le prime Con (ogni 4 anni a Modena). Sono quindi cresciuto ludicamente sotto il grande stendardo bianco blu del Club TreEmme e, maturato, ho iniziato a dare il mio contributo organizzando prima tornei ed eventi durante le Con (RoboRally, Ave Cesare, BloodBowl) e poi di fatto seguendo tutta l’area giochi da tavolo fino a diventare responsabile del programma. Sono uno dei soci TreEmme che hanno vissuto e reso possibile il passaggio da ModCon a PLAY (l’unica via per fare ancora crescere quello che già era l’evento più importante per i giocatori a livello Italiano). Fin dal 2008 sono membro dello staff di PLAY e negli ultimi anni rivesto il ruolo di direttore artistico. Nel 1999 ho avuto un lungo periodo di permanenza in Danimarca dove ho conosciuto Mik Svellov di Brettboard.dk (allora la fonte principale per trovare regolamenti in inglese di giochi tedeschi) che mi ha introdotto al mondo internazionale dei giocatori. Sono stato uno dei primi Italiani a partecipare alla fiera di Essen come “giocatore” e a portare in Italia i giochi “alla tedesca”. Ho iniziato a collaborare e scrivere per siti internazionali: ho fatto parte del progetto BoardgameNews dalla sua nascita alla sua chiusura proseguendo la collaborazione sia con Eric W. Martin, scrivendo per BGG News, sia con Dale Yu, scrivendo per opinionatedgamers.com
Sono stato uno dei fondatori del progetto ILSA, la più seguita rivista di giochi da tavolo Italiana e del progetto PLDA (personalità ludica dell’anno).
Ho dato il via, assieme a Silvio de Pecher, al progetto Ludoteca Ideale e dal 2007 sono membro della giuria dell’International Gamers Awards.
Sono stato playtester per molte case editrici, Italiane e straniere e collaboro con regolarità con diverse riviste tra cui Gamers Alliance Report.
Dal 2010 lavoro part-time nel mondo del gioco come consulente ludico seguendo progetti per ludoteche, istituzioni e case editrici, in particolare LEGO Italia a cui presto consulenza relativamente alle linee di giochi LEGO Games ed HEROICA.
Dal 2008 curo una rubrica di notizie ludiche su La Gazzetta di Modena: purtroppo, al momento, l’unica rubrica del genere in Italia.
Nel mio percorso ho anche incontrato il mondo della scuola di cui ho percepito le potenzialità. Conduco dei laboratori ludici dal 2008 sia nelle scuole primarie che nelle scuole dell”infanzia.
Sono appassionato giocatore e gioco abitualmente in casa con figli, moglie ed amici al Club TreEmme.

Complimenti, un “curriculum” di tutto rispetto e con i suoi bei acuti. Da quanto ci hai raccontato, vorrei soffermarmi in particolare sulle tue esperienze con il mondo della scuola. Che cosa ci puoi raccontare in merito? Gioco e scuola possono convivere supportandosi l’un con l’altro secondo te? E in che modo?

Il gioco ha delle potenzialità enormi che la scuole potrebbero/dovrebbero sfruttare. Il gioco infatti potrebbe essere inserito come attività didattica non solo per i contenuti che è in grado di veicolare ma soprattutto per le competenze che è in grado di sviluppare nei bambini. Il mondo dei giocatori, con l’enorme bagaglio di conoscenze ed esperienze ludiche, sono una risorsa che la scuola dovrebbe incontrare e, la scuola potrebbe essere un enorme bacino di risonanza per le associazioni di giocatori, sempre in cerca di nuovi contatti e di occasioni per diffondere la cultura del gioco intelligente. Il problema è proprio questo: spesso la conoscenza del mondo del gioco, da parte degli insegnanti e delle famiglie è superficiale e i titoli che si trovano nei supermercati o nei negozi di giocattoli non sempre sono all’altezza delle aspettative. Il risultato finale è che non vengono percepite le potenzialità e qualità dei giochi, che invece noi appassionati ben conosciamo!

Non posso che concordare. La conoscenza del mondo del gioco è spesso legata principalmente ai ricordi d’infanzia/adolescenza, a titoli che hanno avuto molto successo e/o che sono stati molto reclamizzati. Non a caso molte associazioni ludiche cercano proprio di “scardinare” i vecchi stereotipi legati ai giochi da tavolo con eventi e manifestazioni divulgative di un mondo che non è più quello di 30 anni fa.  E a proposito di divulgazione, so che mi hai parlato di un progetto per la scuola che vuoi sviluppare in via sperimentale con il comune di Modena. Che cosa ti ha spinto a realizzare qualcosa di simile? Vorresti parlarcene?

L’idea nasce da 5 anni di esperienza con i bambini nei laboratori pomeridiani e con l’incontro con maestre e pedagogiste “illuminate” che mi hanno fatto credere che ci può essere un interesse da parte del mondo della scuola di un contatto col mondo del gioco di qualità. E’ stata di aiuto anche l’esperienza di PLAY: Festival del Gioco e delle classi che sono venute in questi anni in visita seguendo i percorsi ludici organizzati dal festival (e che ho seguito e curato personalmente).

Ho quindi preso contatto con il Memo, il Multicentro Educativo di Modena e da lì è nata la proposta di un laboratorio ludico da inserire negli Itinerari Scuola Città, che contiene le proposte che il comune fa a tutti gli insegnati di Modena per attività integrative.

Vedo che il progetto si spalma su elementari, medie e scuole medie superiori. Differenti età che portano a differenti bisogni, soprattutto penso all’adolescenza, un periodo non sempre semplice. Pensi di affrontare queste tre realtà con un approccio diverso o con il medesimo? Per quale motivo?

Le tre realtà sono molto diverse e l’approccio deve essere diverso. Il filo conduttore però è lo stesso: sviluppare attraverso il gioco le capacità strategiche e tattiche dei ragazzi. Ti riporto l’estratto dalla scheda che comparirà sugli Itinerari, per quel che riguarda le finalità:

“Proporre in classe uno o più giochi da tavolo che siano particolarmente adatti a stimolare lo sviliuppo di abilità tattico-strategiche, competizione e collaborazione. Aiutare i ragazzi a ragionare sulle strategie messe in atto in una partita, sulle regole del gioco e sui loro effetti. Insegnare ai ragazzi a leggere e capire un regolamento e la struttura di un gioco. Sviluppare eventualmente assieme ai ragazzi varianti e/o modifiche alle regole e valutarne gli effetti sul gioco. La scelta dei giochi ed il progetto in generale può essere tarato sulle esigenze specifiche delle scuole/classi.”

Ovviamente quello che cambierà soprattutto sarà la complessità del gioco e delle strategie da mettere in atto per vincere.

E ora veniamo agli insegnanti. Forse più che dei bambini e dei ragazzi la vera sfida potrebbe essere con loro. Imparare le regole di un gioco, capirne le sottigliezze e poi trasferire il tutto agli alunni potrebbe essere una cosa che si da per scontata, ma forse così non è. Tu che ne pensi?

Gli insegnanti costituiscono una popolazione variegata sia in termini di interessi che competenze ed attitudini. Ovvio che un progetto che comporti l’uso dei giochi a scuola necessita insegnati motivati in tal senso. Quest’anno nella scuola di mia figlia una maestra ha utilizzato i giochi della ludoteca scolastica (che negli anni ho creato) come strumento per l’attività di integrazione degli studenti stranieri e per la gestione di particolari conflittualità del gruppo classe: un’esperienza molto bella che ha ottenuto ottimi risultati.
Il mio progetto, negli anni a venire, è quello di lavorare sulla formazione degli insegnanti per far capire loro le potenzialità dello strumento. Già quest’anno, in collaborazione con l’Istituto Storico di Modena, faremo qualcosa in quel senso dove accanto ai giochi più propriamente didattici, che l’Istituto già da anni propone, verranno introdotti anche giochi normali.

Quali pensi siano gli altri aspetti più delicati di questa iniziativa?

Secondo me principalmente due.

La prima è il far percepire agli insegnati che le potenzialità del gioco non sono quelle di essere uno strumento privilegiato per veicolare contenuti curricolari ma proprio il gioco in se è un strumento imprescindibile per stimolare e sviluppare nei bambini competenze ed attitudini che l’insegnamento frontale non può veicolare.

La seconda problematica è il lavoro col gruppo classe. Purtroppo lo scellerato lavoro sulla scuola operato dal governo Berlusconi è andato ad incidere su tutte quelle risorse che la scuola aveva in termini di compresenza, spazi e momenti per attività di questo tipo. Le scuole hanno poche risorse, tempi più ristretti e poco personale. Questo significa andare ad operare spesso con tutto il gruppo classe (20-26 bambini) invece che lavorare in piccolo gruppo.

Indubbiamente due aspetti che saranno da tenere bene in considerazione quando si dovranno pianificare le attività da svolgere.
In conclusione, che cosa pensi ne guadagneranno i ragazzi, gli insegnanti e il mondo scolastico da questo progetto? La scuola ha bisogno di iniziative come questa? Perché?

I ragazzi possono avere l’occasione di mettere alla prova le loro capacità tattico-strategiche, imparare a gestire la competizione, imparare a vincere e perdere ed ad operare delle scelte in un ambiente interattivo e mutevole. Vengono poi a contatto con giochi che possono poi riportare in famiglia dando il via ad una sana abitudine di gioco in famiglia e ad una diffusione maggiore della cultura ludica.

Gli insegnanti possono imparare a percepire le potenzialità di un strumento, il gioco da tavolo intelligente, accessibile, economico e adattabile. Può essere un occasione per lavorare su gruppi particolari (studenti stranieri, con problematiche) ma anche sulle eccellenze (bambini particolarmente dotati). Il giocare in classe può essere occasione per fare emergere personalità, competenze ma anche lavorare sulle problematiche di relazione.

La scuola, sfinita e maltratta dalle leggi e dalle riforme del governo Berlusconi, ha bisogno di nuova linfa, nuove iniziative, specialmente se a basso costo. Un occasione per rilanciarsi e rilanciare.

Grazie Andrea per essere stato nostro ospite e per averci illustrato il tuo progetto che ti auguro possa dare molti frutti, anche più di quelli preventivati. Per questo ti faccio un grosso in bocca al lupo!
Se vorrai, ti aspetto nei mesi a venire,  quando le attività saranno in corso d’opera,  per farci un resoconto di come sta procedendo il programma e dei risultati raggiunti.
Citandoti, voglio salutare i nostri amici lettori con la tua consueta frase: “Buon gioco a tutti!”

4 pensieri riguardo “Gioco e Scuola: un progetto per nuovi orizzonti

  • 18 Giugno 2012 in 23:40
    Permalink

    A breve dovrei cimentarmi anche io con l’avvicinamento dei ragazzi (età da scuola media) al mondo ludico. Se ne uscirà qualcosa di degno da essere riportato, apporterò volentieri anche il mio contributo alla questione introdotta da voi, esimi colleghi. ;)

    • 20 Giugno 2012 in 10:43
      Permalink

      @Mariuz Sono molto interessato ad esperienze simili alla mia con le Scuole secondarie (medie e superiori) dove, a livello progettuale ho le idee chiare ma non ho un’esperienza diretta paragonabile a quella che ho con le primarie.

      Fammi sapere
      Liga

  • 3 Luglio 2012 in 15:40
    Permalink

    Ricordo anche, a chi fosse interessato, l’esperienza della A.S.G.S, nel 2007 e 2008 con il liceo di San Marino.

    Se ne era parlato tempo fa anche con il Liga, e purtroppo non ha più avuto seguito, ma rimane un’esperienza con ragazzi più grandi che ci ha dato molte soddisfazioni.

    A San Marino le possibilità economiche furono di grande aiuto, ma nulla vieterebbe esperienze simili, anche con meno esborsi, in altre realtà in Italia.

    https://www.asgs.sm/articles.php?article_id=37

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