King of Tokyo | Recensione

Meccanica di gioco

Alla conquista di Tokyo

Il gioco si svolge tramite turni sequenziali finché un mostro-giocatore non raggiunge i 20 punti vittoria o non rimane l’ultimo in vita. Come detto, i punti vittoria si possono guadagnare in 3 modi possibili: restando un turno intero dentro Tokyo o prenderne il controllo temporaneamente, eseguire determinate combinazioni con i dadi e utilizzare l’effetto di determinate carte. Ad inizio partita nessun mostro è su Tokyo, il primo che tirando i dadi ottiene un simbolo zampa ci si può trasferire immediatamente. Ogni volta che si entra a Tokyo si guadagna immediatamente un punto vittoria, se si riesce a rimanere un intero turno se ne guadagnano 2. Ovviamente, la vita non è facile nella capitale del paese dei mangaka, quando un mostro, o 2 mostri se ci sono più di 5 creature ancora in gioco, è a Tokyo può subire gli attacchi di tutti i mostri che ne sono fuori. In compenso, quando un mostro attacca da Tokyo colpirà tutti i mostri che sono fuori. A complicare le cose si deve considerare che l’esercito giapponese cercherà di scacciarvi lanciandovi dietro tutto quello che hanno a disposizione, quindi non potrete curarvi se siete all’interno della città. Se le cose si mettono male, dopo un attacco, potete ritirarvi da Tokyo e lasciare il vostro posto al mostro che vi ha colpito (arrendersi ad un mostro è una terribile umiliazione, ma almeno sopravivrete per cercare una vendetta). Altro modo che ha un mostro per entrare a Tokyo è quello di infliggere il colpo fatale eliminando la creatura attualmente presente e prendendo il suo posto. Ai fini del gioco, stare a Tokyo Bay equivale a stare a Tokyo City, ma la posizione Tokyo Bay sarà utilizzabile solo finché il numero di giocatori non scende sotto il 5. Quindi con 5 e 6 mostri in gioco 2 creature potranno stare a Tokyo, altrimenti una sola.

Spianarsi la strada a suon di dadi

Il giocatore di turno per prima cosa lancia i 6 dadi a sua disposizione, una volta lanciati può decidere di ritirare il numero di dadi che vuole per altre 2 volte. Lo scopo è quello di ottenere determinate combinazioni o risultati.

Per ottenere punti vittoria un giocatore deve ottenere almeno un tris di valori uguali, in tal caso ottiene tanti punti quanti indicati sul valore del tris. Per ogni valore di dado aggiuntivo uguale a quello del tris ottiene un ulteriore punto vittoria. Per esempio, se si ottengono 5 dadi con il 2, si ottengono 2 punti vittoria per il tris e altri 2 punti aggiuntivi per i 2 dadi, con il 2, in più. Per ogni dado che riporta un simbolo zampa il mostro infligge un danno agli altri mostri seguendo la regola per cui il mostro dentro Tokyo attacca tutti quelli fuori, e viceversa. Ogni dado con un cuore fa recuperare un punto vita e ogni dado con un fulmine fa guadagnare un cubetto energia.

Dopo aver tirato i dadi e averne applicato gli effetti il giocatore ha la possibilità di comprare carte, anche più di una, pagandone il costo in cubetti energia. Il giocatore può scegliere tra le 3 carte scoperte, e dopo l’acquisto una nuova carta prenderà il posto di quella acquistata. Vi è anche la possibilità di pagare 2 cubi per cambiare tutte e 3 le carte scoperte con 3 nuove carte.

Conclusioni

Ambientazione

Come ho detto, a mio parere il gioco è un astratto. Ho già fatto l’esempio del disegnare un cerchio con un gessetto al centro del tavolo e usare le posate al posto dei mostri per ottenere praticamente un gioco identico. Bisogna però ammettere che hanno fatto un uso geniale del fattore brand (cioè marchio). Chiamare il gioco “King of Tokyo” e poi metterci mostri giganti è un’idea vincente, nonostante la meccanica sia appiccicata sopra in modo non sempre molto sensato (si pensi al tiro del dado per fare i punti vittoria). Il fatto è che molti di noi, almeno quelli che hanno l’età giusta, sono legati all’idea del mostro che devasta Tokyo come nei vecchi cartoni animati, quindi il gioco, a mio parere, suscita simpatia facendo leva su questi ricordi. Se ci aggiungiamo che la grafica è accattivante, le meccaniche sono semplici e il tema è molto particolare e curioso, otteniamo un prodotto che attrae giocatori di tutte le età, grazie anche all’ottima componentistica. Io comunque avrei preferito ci fossero abilità speciali per ogni personaggio e delle mini storie in modo da avere una maggiore integrazione giocatori e ambientazione. In genere, propongo a chi gioca con me di inventare la propria trama personale per la creatura che si sta usando, ne escono fuori delle belle. Comunque, è incredibile come bastino una bella grafica e delle sagome rappresentanti dei mostri per far uscire il lato più “infantile”, in senso buono, di tutti noi e farci esultare mimando pose e versi dei mostri quando le cose ci vanno bene. Il gioco è frenetico e non rischia di annoiare per i tempi morti.

Considerazioni strategiche e dipendenza dalla fortuna

Le strategie in questo gioco sono veramente spicciole e si limitano a scelte abbastanza elementari , come quanti dadi ritirare, quando abbandonare Tokyo e che carte comprare. Ovviamente, essendo un gioco basato su combinazioni di dadi, la parte maggiore del lavoro è svolto completamente dal caso. Qualcuno potrà parlare di calcolo delle probabilità e del rischio, potrebbe anche essere, ma vi garantisco che spesso e volentieri si ritireranno più volte i dadi al solo scopo di infliggere danni e mimare i versi della bestia in seguito ad un bel colpo, infischiandosene della probabilità di fare determinati risultati. Certo ci sarà chi giocherà più cautamente ritirandosi velocemente da Tokyo e cercando di fare punti con i dadi, e chi invece giocherà più di azzardo, ma, essendo dominato dal caso, credo che le due strade siano un po’ equivalenti. Forse, un po’ più di strategia può essere riservata alla valutazione di cambiare tutte e 3 le carte per eliminare possibili elementi di pericolo in mano agli altri giocatori, ma dato che poi queste sono ripescate a caso direi che c’è poco da pianificare. Almeno le carte sono ben bilanciate e non ci sono carte troppo potenti o inutili.

A chi si rivolge

Il gioco è adatto a qualsiasi genere di giocatore e praticamente di tutte le età utili, grazie al regolamento semplice e alla breve durata. Certo sarà profondamente odiato dai maniaci della strategia, ma magari anche loro saranno disposti a provarlo attirati dal discorso mostri. Data la durata si configura come ottimo filler e tappa buchi. Si tratta di un gioco ad eliminazione, cosa che può infastidire, ma la partita è così veloce che si aspetta veramente poco, inoltre si può continuare a gufare e fare il tifo. Buon titolo per neofiti ed occasionali.

Longevità e scalabilità

Il titolo scala bene, essendo un gioco di dadi con regole molto semplici direi che era quello che mi aspettavo. Bella l’idea di far entrare 2 mostri a Tokyo se in più di 4 giocatori in partita, evita che il gioco diventi troppo lento. Per quel che riguarda la longevità, credo che vi annoierà in fretta, sebbene ci siano molte carte azione che possono far prendere esiti diversi alle varie partite, le opzioni strategiche sono un po’ troppo poche. Può essere comunque uno di quei giochi da tirare fuori ogni tanto quando ci sono neofiti o si ha poco tempo a disposizione.

Curiosità

Sul web si possono trovare numerose carte bonus, addirittura un promo pack, e anche un mostro extra. Il prezzo non è proprio economicissimo: più di 10€ per 11 carte e addirittura più di 7 per sagoma, plancia e porta sagoma per il personaggio extra. Sinceramente sono un po’ scettico che queste carte aggiuntive possano in qualche modo aumentare la longevità o migliorare l’esperienza di gioco. Ma se vi siete veramente così tanto innamorati del titolo…

Pro:

Contro:

Grafica bella e divertente Mostri non caratterizzati
Veloce da giocare e da spiegare, ottimo filler Ambientazione trascurata
Tema coinvolgente (a livello irrazionale) Gioco completamente dipendente dal caso
Amato da neofiti e non solo

Canopus

Giocatore per passione, german di vocazione, non dico di odiare la presenza del caso nei giochi ma io e la dea bendata abbiamo rotto molto tempo fa e non siamo rimasti proprio in buoni rapporti. Divoratore di fumetti, anime, serie televisive, giochi e soprattutto buon cibo; appassionato di viaggi e buon cibo; ho una natura curiosa e sono fiero di essere un ossessivo compulsivo (ma pure un po’ convulsivo) per schematizzazioni e analisi, oltre che… un amante del buon cibo. Ok, mi piace il buon cibo! Scrivo prevalentemente recensioni e sono specialista delle moderne tecniche di management, come il pungolo elettrico, che utilizzo con i nauti. Gioco come non ci fosse un domani!

2 pensieri riguardo “King of Tokyo | Recensione

  • 16 Aprile 2012 in 14:23
    Permalink

    Fatto qualche partita col buon Alberto e amici e che dire… un giochino per quando si hanno 10 minuti e non si ha proprio nulla di meglio da fare :-)
    A parte gli scherzi, gioco di dadi semplice e bello graficamente da far provare a giocatori occasionali; la voglia di rigiocarci non me la ha comunque lasciata.

  • 16 Aprile 2012 in 16:20
    Permalink

    Ho una copia che, infatti, uso con gli occasionali e per i miei cuginetti di 11 anni, i quali gradiscono in modo particolare. :D

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